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Stefano Cuzzilla: “Deve essere l’Intelligenza umana a guidare l’IA”

Interris.it ha incontrato Stefano Cuzzilla, Presidente 4.Manager e Federmanager. Oggi quasi 10.000 imprese italiane hanno già adottato tecnologie di AI, con un balzo di circa 30% rispetto al 2023

L’intelligenza artificiale è ormai come un treno in corsa, e le aziende italiane ci sono già salite a bordo. In appena un anno, il numero di imprese che usano l’AI è aumentato del 30%. Sono dati del VI rapporto dell’Osservatorio di 4.Manager “Intelligenza Artificiale. Cambiamento culturale e organizzativo per imprese e manager: nuove traiettorie della managerialità” presentato nei giorni scorsi in occasione dell’apertura dell’anno accademico della Pontificia Università Antonianum.

Il numero delle aziende sta quindi crescendo, ma per non rimanere indietro, devono investire non solo in nuove tecnologie, ma soprattutto nelle competenze dei loro manager. Il nuovo rapporto di 4.Manager fa il punto della situazione e ci dice cosa serve per affrontare questa sfida.

“I nostri sistemi produttivi sono miniere di saperi e abilità – riflette Stefano Cuzzilla, Presidente 4.Manager e Federmanager – in gran parte ancora inesplorate dall’AI, che aspettano di essere valorizzate. Però, a oggi, più della metà delle aziende identifica la mancanza di competenze digitali come il principale ostacolo all’adozione di queste tecnologie, e questo è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Se, come credo, deve essere l’intelligenza umana a guidare l’AI e non viceversa, è necessario un cambio di passo concreto, per rimettere al centro la persona e assicurarci un progresso sostenibile“.

L’Intelligenza Artificiale sta conquistando l’Italia in maniera sempre più rapida. Oggi sono già 10.000 le aziende che utilizzano l’intelligenza artificiale, un aumento del 30% rispetto all’anno scorso. E la richiesta di esperti in AI è cresciuta del 157% in soli 5 anni!

Tuttavia le piccole imprese fanno fatica a tenere il passo con quelle più grandi. Milano, Roma e altre città sono i veri centri nevralgici dell’innovazione in Italia, ma c’è ancora molto lavoro da fare per diffondere l’intelligenza artificiale in tutto il territorio.

Il rapporto sottolinea che il 55% delle aziende italiane lamenta una carenza di competenze digitali, mentre solo il 46% degli italiani ha le competenze di base per muoversi nel mondo digitale. I costi elevati, soprattutto per le piccole imprese, rappresentano un altro freno importante. Inoltre, la mancanza di dati di qualità e le preoccupazioni etiche frenano lo sviluppo dell’AI nel nostro Paese.

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