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Vincenzo Paparelli, la memoria a 40 anni dalla tragedia

Sono passati 40 anni dalla morte allo stadio di Vincenzo Paparelli e ricordarlo è il minimo che si possa fare, fermo restando interrogarci su cosa sia effettivamente cambiato da quel giorno visto che il nostro calcio è ancora oggi prigioniero tra il fascino del pallone, delle sue passioni e quella cultura dell'odio che vi si contrappone e che in Italia continua ad essere fortissima. Una storia maledettamente triste, il refrain di un rapporto tra tifoserie, in questo caso quelle di Roma e Lazio, sfociato in una tragedia che portò alla morte del giovane tifoso che si trovó nel posto sbagliato al momento sbagliato, come fosse un qualcosa di anomalo andare allo stadio a tifare la propria squadra.

La tragedia di un attimo

Uno striscione apparso in Nord che nei toni offendeva Francesco Rocca. Di lì la rivalsa che in un paese civile avrebbe avuto risposta con un altro striscione. Invece, dalla mente di un uomo malato nell’animo, prese forza l’idea di lanciare un razzo a distanza siderale per eliminare uno striscione. Ma quel razzo, lanciato dalla Curva Sud verso la Nord, centró in pieno viso Vincenzo Paparelli, che si trovava sugli spalti insieme alla sua famiglia per assistere al derby. La tragedia si consumò in pochi attimi e per il tifoso laziale non ci fu nulla da fare. Un gesto maledettamente folle, come quello che altre volte sarebbe capitato di vedere.

Una memoria viva

E ancora oggi, 40 anni dopo, la tragedia dell’Olimpico ci ricorda che in fondo il nostro mondo, quello calcistico, non è cambiato. Perché le menti di certi delinquenti non cambieranno mai. Come quella di chi, con quel razzo, stroncó la vita di Vincenzo Paparelli. Il 18enne tifoso romanista venne condannato a sei anni di reclusione. Morì nel marzo del ‘93. A distanza di quattro decenni da quel dramma, la memoria di Vincenzo Paparelli è ancora viva, con la città che non dimentica uno dei suoi figli morto tragicamente in quella che doveva essere una giornata di festa e che invece si trasformò in una delle giornate più buie della storia recente del calcio italiano. Doveva essere una lezione per il nostro calcio, per riportarlo nei binari di un sano tifo. Ma quel giorno si è fermato il cuore e la storia di Vincenzo Paparelli. La storia del nostro calcio ci racconta altri tragici eventi, perché neppure di fronte alla morte riusciamo ad alzare la testa e dire basta. In Inghilterra ci sono riusciti. Noi siamo ancora all’età della pietra.

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