Hanno vinto le piĆ¹ forti. Lo hanno fatto anche la volta scorsa e ci erano andate vicine quella ancora prima. La nazionale degli Stati Uniti si aggiudica il Campionato del Mondo femminile coronando con il loro quarto trofeo iridato una rassegna dominata in lungo e in largo, veramente a rischio solo nella concitata semifinale con l'Inghilterra. Nella finalissima di Lione, le ragazze di coach Ellis battono le campionesse europee dei Paesi Bassi con le reti di Rapinoe (su rigore) e Lavelle, confermandosi ancora una volta i numeri uno del mondo. Basti pensare che su otto Mondiali, le americane ne hanno vinti quattro, arrivando peraltro sempre sul podio quando la coppa non l'hanno alzata. Numeri mostruosi ma che danno la misura di quanto Oltreoceano il calcio femminile viaggi su tutt'altri livelli non solo in raffronto all'Italia (dove le ragazze non giocano come professioniste) ma anche all'Europa tutta. Vecchio contienente che, comunque, si prende tutte le altre piazze del podio (Paesi Bassi e Svezia) e anche quello ai piedi (Inghilterra).
Muro Orange
Partivano favorite le americane, nonostante davanti ci fosse la squadra probabilmente piĆ¹ forte d'Europa al momento. Ma, almeno nella prima mezz'ora, i favori del pronostico dicono poco o nulla: match equilibrato, squadre ben messe e, soprattutto, un atteggiamento difensivo da parte olandese che lascia spiazzate le ragazze di Ellis, che mai avevano faticato piĆ¹ dei primi 15' a trovare la via del gol. E ancora meno a rendersi pericolose, visto che con le Orange ci mettono 27' a farsi vedere in area avversaria, con una girata di Lavelle vanificata dall'intervento del portiere Van Veenendaal, che poi ringrazia il pallo sul tocco di Morgan pochi minuti dopo. Azioni che avviano alla fine della ripresa con gli Stati Uniti in crescendo e le olandesi che provano a organizzarsi anche in zona offensiva, senza perĆ² riuscire a pungere granchĆ©.
Uno-due micidiale
Nella ripresa, le americane fanno copia-incolla e nel primo quarto d'ora non hanno grossi acuti, senza che nemmeno le avversarie accennino ad averne uno, limitandosi a chiudere gli spazi e spegnere le bocche da fuoco davanti. Muro che cade, perĆ², al primo segno di una pietra lenta: contrasto a mezz'aria fra Van der Gragt e Alex Morgan, con l'olandese che alza troppo la gamba e atterra la punta statunitense. Per la dirittrice di gara ĆØ calcio di rigore (con ausilio del Var) e per Megan Rapinoe, invece, l'occasione d'oro per sbloccare la gara. E la stella americana non se la fa scappare, realizzando il suo terzo tiro dal dischetto in questo Mondiale e, soprattutto, scardinando finalmente il muro Orange. Un colpo fin troppo duro per le campionesse europee che, appena 8 minuti dopo, capitolano nuovamente quando Lavelle capitalizza una grande serpentina con il mancino velenoso che chiude la gara e dipinge la coppa di stelle e di strisce.