Questo Mondiale ci sta insegnando qualcosa che tutte le squadre, specie le più forti, farebbero bene a ricordare: mai e poi mai sottovalutare l'avversario, soprattutto in una partita secca, di quelle da dentro o fuori. Lo sanno bene la Spagna e la Germania e, ora, lo sa anche la Croazia pur col beneficio, rispetto alle due sopracitate, di avere un'altra sfida da giocare per dimostrare di aver appreso la lezione. La nazionale di Dalic supera l'ostica Danimarca in un ottavo di finale che ha avuto bisogno dei tiri di rigore per decretare chi avrebbe affrontato i padroni di casa della Russia al turno successivo, dopo che i tempi regolamentari e i supplementari si erano chiusi sul punteggio di 1-1, frutto di un botta e risposta nell'arco dei primi 7' di gioco. Serata da incorniciare per i due portieri, Kasper Schmeichel e Danijel Subasic, entrambi autori di una prestazione sontuosa condita dalla neutralizzazione di tre tiri dal dischetto a testa, con l'estremo difensore danese che, però, ne para solo due alla lotteria dei rigori.
Botta e risposta
Nel Mondiale in cui le favorite cadono come birilli, la Croazia è chiamata a dare un segnale forte per far capire a tutti che i 9 punti del girone e il 3-0 rifilato all'Argentina non sono frutto del caso. Dalic sceglie il 4-3-3, affidando a Rebic e Perisic le corsie esterne e a Mandzukic il ruolo di prima punta, relegando Modric e Rakitic nella posizione di mezzala. Audace 4-2-3-1, invece, per il tecnico Hareide che opta per Cornelius prima punta supportato da Bratihwaite, Poulsen ed Eriksen. E, in men che non si dica, il coraggio scandinavo è subito premiato: passano 60'' sul cronometro e Mathias Jorgensen, dopo aver raccolto un fallo laterale a lunga gittata di Knudsen, calcia di sinistro verso Subasic che indirizza da sé il pallone nella propria porta. Danimarca avanti e Croazia costretta a rivedere i piani dopo appena un minuto di gioco. Ma l'esultanza degli scandinavi dura poco: trascorrono 6' e un'altra carambola, stavolta in area danese, favorisce la girata di Mandzukic che fa secco Schmeichel per l'1-1.
Schmeichel spegne Modric
La sensazione è quella di una partita roboante, con occasioni da un lato e dall'altro. E invece i ritmi si abbassano, la Danimarca fa quadrato nella propria metà campo limitando enormemente il gioco degli estrosi avanti croati. Il canovaccio tattico di Hareide azzera di fatto le occasioni da gol degli uomini di Dalic che, però, alla mezz'ora sfiorano il vantaggio: azione tambureggiante di Rakitic sulla sinistra, doppio tentativo neutralizzato da Schmeichel, quindi appoggio delizioso del trequartista del Barça per Perisic che, però, liscia incredibilmente il pallone del sorpasso. Nella ripresa, quando ti aspetteresti una Croazia arrembante, è invece la Danimarca a prendere il controllo del match, replicando quanto fatto nella prima frazione: spazi stretti, raddoppi costanti e qualche tenativo in ripartenza, soprattutto con l'ispiratissimo Yurary Poulsen. La noia della seconda frazione costringe le due squadre ai supplementari: Hareide si gioca la carta Sisto, che cerca subito una conclusione velenosa a giro. Ma la palla capitale è della Croazia, di Luka Modric per essere precisi: imbucata del 10 croato per Rebic, che salta Schmeichel e viene steso in area da Mathias Jorgensen (solo giallo). Calcio di rigore al minuto 113: Modric tenta di piazzare ma il portierone del Leicester intuisce e blocca alla sua sinistra, regalando ai suoi la possibilità di giocarsi i quarti ai rigori.
Ma le prodezze di Schmeichel, che para le conclusioni di Badelj e Pivaric, non bastano alla Danimarca perché anche Subasic veste i panni del supereroe e respinge i tiri di Eriksen, Schone e Mathias Jorgensen. Ai quarti ci va la Croazia che, contro la Russia, dovrà mostrare ben altro rispetto a quanto visto a Niznij Novgorod.