Almeno per l’onore: sfumata definitivamente l’Europa, ecco arrivare il ruggito dell’Inter che, all’Olimpico, torna ad assaporare una vittoria che in campionato mancava da un vita (8 gare) rifilando 3 gol ai padroni di casa della Lazio, apparsi senza troppe motivazioni nonostante un avvio migliore dei nerazzurri. Il posticipo che chiude la 37esima, quella che ha consegnato il sesto scudetto consecutivo alla Juventus (che supera il record di 5, finora condiviso proprio con i milanesi), non regala spettacolo ma serve agli ospiti per alleviare una disputa interna con il proprio pubblico e per dimostrare che, in fondo, un po’ di materiale sul quale lavorare in vista del futuro c’è. E allora, nonostante l’iniziale vantaggio laziale firmato dal rigore di Keita, i meneghini infilano tre reti, due in rapida successione (Andreolli e autorete di Hoedt), approfittando di una giornata “no” della difesa biancoceleste. A chiudere i conti, nella ripresa, ci pensa Eder dopo l’espulsione dello stesso Keita e poco prima di quella di Lulic.
La partita
Con l’obiettivo Europa già abbondantemente raggiunto ma con la quarta posizione da difendere dall’assalto dell’insaziabile Atalanta, Inzaghi sceglie comunque un undici rimaneggiato, dovendo rinunciare a Parolo (infortunato) e adottando un 3-5-2 modificabile, con Felipe Anderson a fare il Basta ma con ampia licenza di offendere. Vecchi sceglie Eder come punta di riferimento ma l’italo-brasiliano torna spesso indietro per giocare la sfera e duettare con gli esterni Perisic e Candreva. Inizialmente, il modulo laziale sembra funzionare con Anderson che ingaggia duelli a ripetizione con un attento Nagatomo e una Lazio che staziona pressoché stabilmente nella metà campo ospite, senza comunque trovare grossi spunti. Al minuto 16′, però, il brasiliano in maglia 10 si accende, salta Murillo con un gioco di gambe e viene steso dallo stesso colombiano (ammonito) in area di rigore. Dal dischetto si presenta Keita che, implacabile, batte lo specialista Handanovic siglando il suo 16esimo gol in campionato. Il pubblico ospite non gradisce e inizia ad abbandonare lo spicchio riservato, mentre in Nord compare improvvisamente uno striscione di saluto a Francesco Totti firmato dagli Irriducibili. Di fatto, però, il gol non giova agli uomini di Inzaghi che, progressivamente, abbassano il ritmo favorendo il (lento) rientro dei nerazzurri. Nessuna grossa occasione, però: il pareggio, infatti, arriva quasi casualmente da corner, con Perisic che spizza il traversone proprio sulla fronte dell’accorrente Andreolli che fa 1-1. E’ un brutto colpo per la Lazio che lascia sempre più campo agli avversari e, da un’iniziativa di Candreva sulla destra, arriva la deviazione vincente (per l’Inter) di Hoedt nella sua porta.
Orgoglio Inter, nervosismo Lazio
Nella ripresa il copione non cambia. L’Inter è più convinta dei biancocelesti, probabilmente ancora alle prese con i postumi della Coppa Italia, e si concede folate offensive che non si vedevano da tempo ma, allo stesso tempo, anche movimenti di squadra letteralmente scomparsi negli ultimi mesi e che, a conti fatti, sono costati il posto in Europa. Eder spreca un paio di occasioni buone e, quasi per contrappasso, il bomber Immobile rischia di combinare lo scherzetto, centrando una traversa terrificante su innesco di Keita. Ed è lo stesso senegalese, già ammonito, a dare la svolta alla gara in direzione Milano: l’attaccante riceve palla in area scappando a Medel che sembrerebbe colpirlo. Non la pensa così il direttore di gara che, infatti, ammonisce per simulazione (e per la seconda volta) il gioiellino laziale, costretto ad abbandonare il terreno di gioco lasciando in 10 i suoi. E’ l’episodio che serviva: l’Inter si proietta in avanti e, dopo un’azione di Brozovic sulla destra, Eder trova finalmente la via del gol (il sesto in campionato), ribattendo in rete una respinta non impeccabile di Lombardi. Nel finale c’è tempo per un po’ di nervosismo, con Lulic che rimedia due gialli e lascia la Lazio in 9 uomini. Il finale, però, è già stato scritto: l’Inter va a prendersi la vittoria evitando il record assoluto di 9 match a secco, mentre alla Lazio, attesa all’ultima giornata dalla trasferta di Crotone (con i calabresi in piena corsa salvezza), non resta che un punto di vantaggio sull’Atalanta.