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Serie A, festa a Bergamo: l’Atalanta pareggia col Milan e va in Europa dopo 26 anni

Festa grande all’Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo, dove l’Atalanta ha ottenuto il pass per disputare una competizione europea dopo 26 anni. Il pareggio interno con il Milan (1-1) vale molto di più che un ulteriore punto da aggiungere al ruolino di marcia di una stagione impressionante, giocata ad altissimi livelli dall’inizio alla fine. Ad agosto, probabilmente, nessuno avrebbe scommesso su una formazione orobica capace di tenere dietro per 9 mesi squadre come Milan, Inter e Fiorentina. Eppure, la solida e a tratti spettacolare corazzata nerazzurra ha saputo mantenere invariati i suoi standard, collezionando risultati su risultati grazie a un gruppo giovane e perfettamente assemblato dal tecnico Gasperini.

Conti apre

Il match d’anticipo della 36esima giornata contava anche per il Milan che, dopo la batosta casalinga con la Roma, si è presentato a Bergamo per sparare le ultime cartucce europee, andando a calcare un campo dove sono cadute Napoli, Inter e la stessa Roma. E, per tamponare la straripante energia dei padroni di casa, Montella sceglie un modulo totalmente inedito, optando per una difesa a 3, affidando nuovamente a Montolivo le chiavi del centrocampo e a Lapadula il ruolo di attaccante di riferimento, confinando Bacca alla quarta panchina consecutiva. La Dea, da parte sua, vuole blindare il quinto posto senza rinunciare al calcio giocato fino a oggi. Ne esce una partita giocata ad alti livelli, soprattutto sul piano dell’intensità, ma senza grandissime occasioni da gol. La prima capita sui piedi del Papu Gomez, che testa i riflessi di Donnarumma da distanza ravvicinata. Il gol orobico è nell’aria anche se, a dire il vero, non arriva prima del 44esimo minuto, quando Spinazzola sfonda sulla sinistra e scodella un pallone al centro sul quale il numero uno del Milan non è impeccabile: sul pallone vagante è infatti Andrea Conti, all’ottavo centro stagionale, a risolvere in mischia portando avanti i suoi.

Deulofeu pareggia, ma l’Atalanta fa festa

Nella ripresa, l’Atalanta continua a pressare a tutto campo, chiudendo bene gli spazi ai rossoneri e andando spesso e volentieri ad affondare davanti, mettendo in scena un bel fraseggio e una forza fisica invidiabile. Il Milan, comunque, si difende abbastanza bene e, anzi, da improvvisi segni di vita dopo appena un minuto, quando uno sbilanciato Pasalic si ritrova sul sinistro un pallone dentro l’area di rigore, calciato però a lato. Poco dopo, dalla parte opposta, è l’ex Cristante a testare i riflessi di Donnarumma che, dopo aver chiuso in angolo sul centrocampista, si ripete qualche minuto dopo su una conclusione dal limite di Kessie, volando alla sua destra e intercettando un pallone destinato all’angolino. Ai punti, probabilmente, l’Atalanta si porterebbe a casa la vittoria. Il Milan però non si arrende e, alla fine, trova addirittura il gol del pareggio: Deulofeu (in fuorigioco) riceve palla sulla sinistra, mette a sedere un avversario e piazza un destro a giro fortunosamente deviato in rete da Masiello. Per l’ex Everton si tratta del terzo centro in campionato in 16 apparizioni, un gol che porta i rossoneri nuovamente al sesto posto solitario e la Dea a dover ancora conquistarsi il quinto. Al triplice fischio, però, i dubbi al Milan restano, così come resta la certezza di un’Europa strameritata per l’Atalanta che, a quel punto, può dar sfogo alla propria gioia.

Fiorentina – Lazio 3-2

Un lumicino di speranza per ottenere l’ultimo biglietto disponibile per l’Europa League la Fiorentina lo ha ancora. Ma la strada per la seconda competizione continentale passa necessariamente per l’ottenere 9 punti su 9, con la speranza che il Milan non ne conquisti più di 6. Un calcolo complicato ma che porta la Viola di Paulo Sousa a dover affrontare a viso apertissimo una Lazio reduce da due splendide vittorie con Roma e Sampdoria ma che Simone Inzaghi, in vista della finalissima di Coppa Italia, ridisegna con qualche giocatore meno impiegato durante la stagione. E, nella prima frazione, è proprio la squadra romana a dettare tempi e gioco, dimostrandosi nettamente più in forma dei padroni di casa: e il pubblico se ne accorge, dapprima esponendo striscioni di protesta, poi lanciando cori piuttosto esemplificativi dello stato umorale dei tifosi viola, indirizzati indifferentemente contro società, tecnico e giocatori. E i fantasmi infestano il Franchi a inizio ripresa, quando Keita scappa in solitaria verso Tatarusanu e piega i suoi guantoni con un diagonale destro, firmando la sua 15esima rete stagionale. Sousa non ci sta e, dopo 20′ della ripresa, cambia tre effettivi insieme (Kalinic, Sanchez e Tello per Cristoforo, Maxi Oliveira e Chiesa) suonando la carica per i suoi: la Fiorentina inizia a giocare e, poco dopo, trova il gol del pari con Babacar che, di testa, beffa un non impeccabile Strakosha. Sei minuti dopo (28′), arriva il sorpasso con Kalinic, bravo a ribadire in rete un tiro di Tello respinto centralmente. Nemmeno due minuti e la Viola passa di nuovo: è sempre il centravanti croato a sfondare, colpendo il palo della porta laziale e beneficiando della sfortunata autorete del giovane Lombardi. La Fiorentina firma la tregua con i propri sostenitori e, a questo punto, il bel gol di Murgia nel finale serve solo per le statistiche. Le speranze europee, a Firenze, le nutrono ancora nonostante tutto.

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