Con la Lazio che bacia la coppa (anzi, la Supercoppa), la Juventus che si interroga sulla propria tenuta difensiva, mentre la Roma di domande se ne fa un po’ su tutto, domenica è già campionato. E, ormai prossimi al debutto della Serie A 2017-2018, quella del ritorno della Spal e dell’introduzione della Var, le incognite sono ancora molte e, mai come quest’anno, il discorso “outsider” potrebbe pesare molto sul piatto della bilancia. Buona parte del merito va proprio alla Lazio di Simone Inzaghi, fresca vincitrice del primo trofeo stagionale ed emblema di una squadra solida e affidabile, che del collettivo fa la sua arma vincente: 4 trofei in 9 anni, d’altronde, sono un risultato di tutto rispetto, a fronte di investimenti oculati. Decisamente meno certezze, al netto di un cambio di allenatore che, ovviamente, richiederà i suoi tempi, ha la nuova Roma di Eusebio Di Francesco, reduce dalla pesantissima batosta rimediata dalle riserve in appena ’24 da una compagine non certo irresistibile come il Celta Vigo. Dubbi di organico, quelli evidenziati dalla sfida del Balaidos, che andranno risolti in fretta visto l’appuntamento di Bergamo di domenica con l’Atalanta.
Juve e Napoli
Sul lato nord della Penisola, con il Milan e l’Inter ancora in fase di rodaggio, l’incognita maggiore è legata proprio alla Juventus, uscita malconcia dalla sfida di Supercoppa e con più di un dubbio relativo alla difesa. L’addio di Bonucci, con l’avanzare dell’anagrafica di Barzagli e Chiellini e con un Benatia che non offre le stesse garanzie di Leo, sembra essere costato molto alla formazione di Allegri che, però, potrà contare su un talento come Douglas Costa (tra i più positivi con la Lazio) e sulla vena di Dybala, apparso a suo agio con la 10 di Baggio e Del Piero sulle spalle. Legato a doppio filo con lo spareggio Champions con il Nizza, invece, il futuro del Napoli di Maurizio Sarri. I partenopei hanno cambiato pochissimo, preservando l’organico della scorsa stagione e aggiungendo innesti interessanti come Ounas e Mario Rui. Le ambizioni napoletane, però, passeranno inevitabilmente dalla doppia sfida con i francesi di Balotelli, con la prima già il 16 al San Paolo: gli uomini di Sarri saranno chiamati a confermare quanto di buono fatto lo scorso anno e a infrangere un tabù che vede cronicamente sfortunate le italiane ai playoff di Champions.
La Serie A
Dietro il sestetto delle prime, si attesta una realtà in continuo divenire come l’Atalanta di Gasperini, priva di elementi come Kessié, Spinazzola (probabilmente) e Conti ma reduce da un ottimo precampionato e rafforzata da Ilicic e dal ritorno di De Roon. Un gradino più giù la Fiorentina di Pioli: i viola hanno cambiato molto (gli addii di Rodriguez, Vecino, Borja Valero, Bernardeschi, Tello e Ilicic peseranno inevitabilmente) e, sicuramente, per ottenere la quadratura del cerchio occorrerà un po’ di tempo. Organico pressoché invariato, invece, per il Torino di Mihajlovic, privo del capitano Benassi (andato proprio alla Fiorentina) ma rafforzato dagli innesti di Sirigu, N’Koulou, Rincon e Berenguer, per una squadra che, almeno in apparenza, appare solida e rodata. Squadra tipo anche per Sassuolo e Sampdoria, mentre appare già in formato serie A il Verona di Pecchia, con il tridente offensivo Verde-Pazzini-Cerci e i rinforzi di Herteaux e Caceres in difesa. Grande attesa, invece, per la matricola Benevento: i giallorossi campani si sono mossi in modo oculato, con investimenti contenuti ma intelligenti, nella speranza di replicare il miracolo del Crotone dello scorso anno.