Una domenica, quella della 30esima giornata di Serie A, che rimescola un po’ le carte per quanto riguarda la zona bassa della classifica, grazie al successo del Crotone che, con una rete di Falcinelli, supera il Chievo al Bentegodi e si porta al terzultimo posto, a cinque lunghezze dall’Empoli. Ma qualcosa è in via di definizione anche nella zona europea, con il Milan che impatta all’Adriatico di Pescara contro gli uomini di Zeman, senza andare oltre l’1-1 e mettendo in seria discussione le proprie ambizioni europee, complice anche una vittoria stellare dell’Atalanta che, sul campo del Genoa, firma una cinquina storica. A tentare un rilancio nella corsa all’Europa League è la Fiorentina di Paulo Sousa, alla quale è bastato un colpo di testa vincente di Babacar per avere ragione del Bologna. Quasi spacciato il Palermo del neo-patron Baccaglini, asfaltato in casa per 3-1 dal Cagliari. Nel match delle 12.30, 2-2 inutile, ai fini della classifica, fra Torino e Udinese.
Torino – Udinese 2-2
Allo stadio Grande Torino, nel lunch-match, va in scena una partita che, in realtà, non ha molto da dire. Quelle che si affrontano sono due squadre che, da questa stagione, hanno da tirar fuori ormai ben poche risposte in termini di risultati. E allora, ecco che Torino e Udinese si danno da fare per regalare ai tifosi un po’ di spettacolo, esibendosi in una prestazione all’attacco conclusa con un pirotecnico 2-2. A partire meglio sono i granata che, nella prima frazione, spingono sull’acceleratore, premendo sulle corsie laterali cercando la soluzione aerea per Belotti. Al minuto 13 si fa male Iago Falque, subito sostituito da Iturbe. Il Toro costruisce i presupposti giusti senza tuttavia sfondare né costruire occasioni davvero concrete. E allora, in finale di tempo, sono gli ospiti a prendere coraggio, iniziando a macinare gioco. Le occasioni migliori, però, capitano proprio ai granata: prima è Belotti a colpire la traversa, poi è Rossettini a recriminare per un palo. Nel secondo tempo, entra in campo un’Udinese più convinta e, dopo solo 5′, passa in vantaggio con un missile mancino di Jankto, scagliato al termine di un’azione personale. Il Toro si sbilancia e i bianconeri colpiscono ancora, stavolta con Perica, bravo a sfruttare una percussione tutta potenza di Zapata, conclusa con un assist perfetto per il croato che, da zero metri, devo solo spingere dentro. Gli uomini di Mihajlovic però non ci stanno e riaprono il discorso con Moretti che, in mischia, risolve con una girata. Nel finale, gli arrembanti assalti granata portano Belotti a firmare il suo gol numero 23 in campionato, con una splendida incornata di testa sul cross perfetto dalla destra di Zappacosta, firmando il meritato 2-2 e riacciuffando Dzeko in testa alla classifica dei bomber.
Genoa – Atalanta 0-5
L’Atalanta di Gasperini continua la sua cavalcata alla conquista di un posto in Europa League, accanendosi senza pietà sui resti di un Genoa senza anima e contestatissimo dai propri di tifosi, sfoderando uno 0-5 esterno che conferma come lo scivolone di San Siro non sia stato altro che un episodio. A trascinare la Dea formato europeo è il solito Gomez, autore di una fenomenale tripletta, supportato dai due difensori goleador, Conti e Caldara, arrivati rispettivamente a 5 e 6 gol stagionali. Ad aprire i giochi è proprio il terzino che, su cross dalla sinistra, si inventa una rovesciata da cineteca, imparabile per il portiere Rubinho (in campo dopo 3 anni). A raddoppiare ci pensa proprio il Papu che, presentandosi dagli 11 metri dopo un fallo di Burdisso su Petagna, firma la 12esima rete in campionato. Nel secondo tempo il Genoa sparisce, complice anche l’espulsione dell’ex Pinilla per insulti all’arbitro, e l’Atalanta dilaga: prima è Caldara a riprendersi il primato di miglior difensore bomber della Serie A, firmando il sesto gol in Serie A sfruttando uno schema classico di Gasp (cross dalla destra e tap-in letale alle spalle del marcatore), poi è Gomez a firmare il secondo e il terzo gol personale (14 in tutto, sempre più record), facendo volare al quinto posto solitario la Dea e costringendo il Grifone a subire la critica del pubblico che, al terzo gol atalantino, dà le spalle alla propria squadra, in segno di protesta.
Pescara – Milan 1-1
Fa e disfa il Milan di Vincenzo Montella che, all’Adriatico di Pescara, si fa male da solo con un autogol clamoroso di Paletta (con l’enorme complicità di Donnarumma), rimettendo poi le cose a posto, in parte, con la terza rete in campionato di Pasalic. Gli uomini di Zeman sono poco cosa ma anche i rossoneri non sembrano granché in vena, nonostante l’importanza fondamentale dei tre punti per non scendere con troppo anticipo dal treno europeo. Quel che viene fuori dal confronto abruzzese è un 1-1 inutile ai fini della classifica, sia per il Pescara, sempre più ultimo, che per il Milan, ora lontano 4 punti dal quinto posto occupato dall’Atalanta. Per il patatrac rossonero bisogna attendere 12 minuti, quando Paletta, pressato da un avversario, spedisce all’indietro un pallone che, nonostante la relativa potenza, non sembra incontrollabile per Donnarumma. Il portierone dell’Italia, invece, buca clamorosamente col sinistro, osservando poi impotente la sfera depositarsi in fondo al sacco. Brutto scivolone per il fenomenale portiere, reduce da grandi prestazioni con la maglia della nazionale, sul quale, però, minimizza lo stesso Montella (“Ci può stare”, il commento del tecnico). Dopo la doccia fredda il Milan attacca, soprattutto con il propositivo ma isolato Deulofeu. Proprio un’incursione dello spagnolo manda in crisi la retroguardia pescarese che, complice un po’ di sfortuna e la caparbietà di Bacca, vede concretizzarsi un mega-flipper nella propria area di rigore, il quale porta il pallone sul destro di Pasalic, che fa 1-1. Nella ripresa il Milan ci prova, ma in maniera confusionaria. L’occasione più ghiotta, contro un Pescara che gioca benino in contropiede, arriva con il palo di Romagnoli, che smorza in gola l’urlo ai rossoneri e sentenzia un segno “x” utile solo per aggiornare i tabellini.
Fiorentina – Bologna 1-0
Il derby dell’Appennino è roba Viola. Alla Firoentina, infatti, basta una zuccata vincente di Kouma Babacar per aggiudicarsi i tre punti e restare attaccata coi denti alla carrozza verso i preliminari di Europa League. Per la squadra di Paulo Sousa si tratta del terzo successo consecutivo (sempre col minimo scarto). Col Bologna di Donadoni, privo ormai di grandi ambizioni, non serve grande intensità di gioco: i rossoblu non si rendono quasi mai pericolosi dalle parti di Tatarusanu, mentre Tello e Milic affondano spesso e volentieri sulle corsie laterali. A risolvere la contesa è proprio il centravanti senegalese, entrato a inizio ripresa al posto di un Kalinic in giornata “no”, con un bel colpo di testa su cross dalla sinistra, imparabile per Mirante. Il resto del match, contro questo Bologna, è ordinaria amministrazione.
ChievoVerona – Crotone 1-2
Risultato importantissimo per il Crotone che, al Bentegodi di Verona, supera il Chievo per 2 reti a una e rilancia prepotentemente le sue ambizioni di salvezza, scavalcando il Palermo e portandosi a 5 punti dalla quartultima piazza, per ora occupata dall’Empoli di Martusciello, in evidente caduta libera. Il match di Verona mette in evidenza un Chievo ormai tranquillo e senza ambizioni, steso da un Crotone mai così affamato di punti: i calabresi riescono a sbloccare il risultato nella ripresa (dopo un primo tempo più che altro ad appannaggio veneto) con il terzo gol in campionato del giovane difensore Ferrari ma, dopo una rete annullata a Trotta per fuorigioco, gli uomini di Nicola subiscono il pareggio sul ribaltamento di fronte, con la settima rete in campionato dell’eterno Sergio Pellissier. Un gol da bomber di razza quello del clivense, bravissimo a gettarsi in tuffo su cross teso dalla sinistra. I rossoblu però non mollano e, proprio nel finale, Falcinelli punisce un Chievo troppo sprecone, inventandosi uno splendido sinistro a giro dal limite dell’area che non da scampo al portiere Seculin. Per il Crotone si tratta dei tre punti più importanti del campionato che, a questo punto, può vederlo ancora protagonista.
Palermo – Cagliari 1-3
La rivoluzione societaria in corsa non sembra aver giovato a un Palermo che, al netto dei cambiamenti, patisce l’ennesima rimonta, marchio di fabbrica di una stagione sfortunata che, con la sconfitta casalinga contro il Cagliari, sembra avere ancora ben poco da dire. Gli uomini di Lopez sprecano un’occasione molto ghiotta per avvicinarsi all’Empoli, sconfitto all’Olimpico dalla Roma, chiudendo il primo tempo in vantaggio grazie alla rete di Giancarlo Gonzalez, ma capitolando nella ripresa, con la doppietta di Ionita e con la rete numero 13 in campionato di Marco Borriello. I rosanero partono anche bene e l’1-0 all’intervallo è il giusto premio per un primo tempo giocato a buoni ritmi. Nel secondo, però, come più volte capitato in questa Serie A, il Palermo si spegne del tutto e i sardi, in soli 9′, ribaltano il risultato con una rete del moldavo, bravo a staccare di testa in anticipo su Chocev, e con il partenopeo, che si conferma bomber vero, stoppando in area in mezzo ai difensori avversari e depositando in rete dopo aver messo a sedere il portiere palermitano. L’uno-due è micidiale per i padroni di casa che, pian piano, si sciolgono permettendo agli ospiti si siglare la terza rete in contropiede, ancora con Ionita, aiutato dalla goal-line technology. Gli uomini di Rastelli guadagnano così 3 punti, mentre per il Palermo, penultimo, le avversarie da superare adesso sono due.