Non c’è stata storia allo Stadio Olimpico di Roma: la nazionale irlandese ha regolato le velleità dell’Italrugby con un perentorio 63-10, dimostrandosi di ben altra categoria. L’Italia non è riuscita a replicare l’impresa del 2013, subendo la travolgente forza dell’onda verde e incassando a più riprese delle mete non proprio incontrastabili, soprattutto nel finale. Per gli uomini di O’Shea si tratta della seconda sconfitta consecutiva in questo Sei Nazioni, la sedicesima nelle ultime diciassette gare, nonché la più pesante subita da una squadra giocante in casa nella storia di questo torneo, che continua a vedere sempre la nazionale di casa nostra l’ultima della compagnia. E pensare che la partita con il Galles aveva lasciato intravedere qualche segnale positivo, lasciando presagire una bella sfida contro l’Irlanda, la quale invece ha annientato i padroni di casa davanti a 52 mila tifosi.
Irlanda sugli scudi, Italia stesa
Non è stata decisamente giornata per Parisse e compagni, imprecisi in mischia e inconsistenti in difesa, sotto 21-3 già al minuto 25, grazie alle due mete di Earls e a quella di Stander, inframmezzate dal calcio di Canna (che aveva significato un momentaneo 7-3). La reazione degli azzurri si fa attendere fino alla mezz’ora, quando lo stesso Canna ottiene una meta tecnica, mentre l’Irlanda si ritrovava in 14 uomini per 10 minuti. Con il 21-10 si poteva prevedere un match più equilibrato: invece i Verdi sono inarrestabili e infilano una nuova meta con Stander (la quarta per il Trifoglio), mentre Paddy Jackson realizza tutti i calci, fissando il punteggio sul 28-10 al termine della prima parte di gara, regalando ai suoi il primo dei punti bonus (introdotti a partire da questa edizione) del Sei Nazioni.
L’epilogo
Secondo tempo speculare, con l’Irlanda che fa la partita e l’Italia che arranca. Stavolta il cuore non basta: la quinta e sesta meta degli ospiti portano rispettivamente la firma ancora di Stander e Gilroy, al 67′ (con Jackson cecchino che manda a referto tutte le segnature, finendo con un 9 su 9). Sul 42-10, c’è spazio per le mete di Ringrose e per la seconda e la terza di Gilroy, per un totale di 9, contro una difesa apparsa in evidente affanno. Alla fine il tabellone è impietoso: 10-62 e zero possibilità di replica. Un risultato non proprio incoraggiante in vista dell’appuntamento oltremanica con l’Inghilterra del 26 febbraio, a Twickenham. Di sicuro, però, dopo la lezione irlandese, sarà tutta un’altra Italia.