In altri lidi e in altri contesti, forse, poteva sembrare una scelta originale, magari sensata. Ma se il luogo è Parigi e le protagoniste in questione sono il Racing 92 (campione in carica della Top14) e lo Stade Français, due tra le più antiche formazioni rugbystiche di Francia, peraltro acerrime rivali, una fusione societaria non solo risulta una scelta al limite dell’immaginabile, ma anche un vero e proprio affronto per storia, giocatori e tifoserie. Eppure è accaduto, o meglio, dovrebbe accadere. Almeno nelle intenzioni dei vertici delle due squadre, vincitrici dei primi due titoli del campionato francese (1892 e 1893) e degli ultimi due (per un totale di 20 scudi di Brenno conquistati in due) e alle quali si deve gran parte della popolarità del rugby in terra d’oltralpe: allo Stade Français (squadra nella quale milita il capitano della nazionale italiana, Sergio Parisse), ad esempio, è attribuito il merito dell’introduzione in Francia del regolamento inglese del rugby a 15.
La fusione
Ma ecco che, all’improvviso, arriva l’annuncio choc a scuotere le fondamenta di quello che, in Francia, è considerato lo sport nazionale, superando di gran lunga anche il calcio in termini d’interesse. E sono pilastri decisamente antichi e importanti, tanto da far tremare la stabilità degli spogliatoi e quella delle tifoserie, addirittura con minacce di sciopero da parte di entrambi. “Vogliamo porre le basi per un nuovo progetto, mettendo insieme le risorse per affrontare meglio le sfide delle prestazioni e dell’educazione”, è la motivazione posta dalle due società in un comunicato. In sostanza, la tradizione sportiva verrebbe in un certo senso soppiantata dalle esigenze economiche dei due club che, a quanto sembrerebbe, sarebbero il motivo principale dell’unificazione, presentata in una conferenza congiunta dei due presidenti, Jacky Lorenzetti (Racing) e Thomas Savare (Stade) sotto lo slogan romanzesco “Più forti insieme”.
Le conseguenze
Inevitabili le reazioni delle altre società, se non altro perché l’accorpamento a campionato in corso toglierebbe di fatto una squadra dal campionato, sconvolgendo l’assetto della classifica. Inoltre, ai nastri di partenza della prossima stagione, si presenterebbe una squadra incredibilmente strutturata, condita da campioni internazionali ed esperienza da vendere, costretta anzi a dover effettuare qualche taglio. L’ok della Lega ancora non c’è ma il disappunto del popolo del rugby e degli appassionati parigini, che si sono finora equamente divisi fra le due squadre, quello sì. Addio alle maglie, addio a oltre cento anni di rivalità storica, addio a tutto. Ne varrà la pena? Per lo sport odierno forse sì. Ma, pensandoci bene, che effetto farebbe vedere Inter e Milan, Roma e Lazio o Juventus e Torino fuse sotto un’unica bandiera?