Se ti chiami Portogallo e hai in rosa il più forte giocatore al mondo, non devi aver paura di sognare: finisce 3-3 a Sochi il derby della Penisola Iberica, in un vortice di emozioni a pelo d’erba. La sblocca Cristiano Ronaldo, la Spagna fa pari con Diego Costa ma ancora CR7 riporta avanti i suoi prima dell’intervallo. Nella ripresa la Spagna mette la freccia: ancora Costa per il pari e poi Nacho per il sorpasso. Finita? Manco per idea perché Cristiano non si accontenta, firma una punizione deliziosamente incantevole che gli vale il terzo gol personale e il pallone da portare a casa. Semplicemente divino Cristiano. Finisce così senza né vinti né vincitori il faccia a faccia tra le favorite del Gruppo B. Il Fisht Stadium di Sochi, al confine tra Asia e Europa, lontano una vita dalla Capitale, è di una bellezza unica. Colmo in ogni ordine di posti, atmosfera caldissima. C’era attesa per l’esordio sulla panchina delle Furie Rosse di Fernando Hierro che, a due giorni dal via, ha preso il posto dell’esonerato Lopetegui. I campioni d’Europa in carica contro la Roja, Cristiano Ronaldo contro la fantasia di Iniesta ma, soprattutto, contro tanti amici (sei) nel Real Madrid.
Portogallo avanti
Hierro conferma l’undici titolare, con don Andres a galleggiare fra le linee come mezz’ala ed esterno sinistro: 4-2-3-1 per gli spagnoli. Ramos a guidare la difesa davanti a De Gea, Diego Costa punta centrale, con alle spalle Silva, Isco e Iniesta. Sorpresa nei lusitani, con Fernando Santos che lascia fuori André Silva preferendogli Gonçalo Guedes, conoscenza spagnola giocando nel Valencia. Portogallo col 4-4-2 con Guedes a supporto di Cristiano. Alle loro spalle un poker inossidabile formato da Bernardo Silva, William Carvalho, Moutinho e Bruno Fernandes. C’è anche un po’ di Italia in campo visto che arbitra Gianluca Rocchi con assistenti Di Liberatore e Tonolini. Ma non c’è il tempo neppure di assestarsi in campo che il Portogallo passa. Percussione di Cristiano, doppio passo in area, Nacho lo affronta e lo stende. E’ rigore, confermato anche dal Var. Dal dischetto lo stesso CR7 spiazza De Gea e segna, entrando nella storia visto che è stato capace di fare gol in tutti e quattro i mondiali cui ha partecipato. Portogallo avanti dopo 4’ e adesso è un’altra partita. Avvio scioccante per la Spagna chiamata a reagire: il Portogallo però chiude bene tutte le linee di passaggio anche se i lusitani sono troppo spreconi. Prima occasione per Silva, poi Guedes si divora il 2-0 dopo un assist al bacio di Cristiano.
Botta e risposta
Gol mangiato, gol subito e così, sul controgioco spagnolo, fa tutto il “tignoso” Diego Costa che vince un primo duello ruvido con Pepe (gomito largo dell’attaccante dell’Atletico ignorato da Rocchi), poi in area fa quello che vuole e col sinistro la piazza dove Rui Patricio non può arrivare: 1-1, bellissima gara. Adesso è la Spagna a spingere, Portogallo d’attesa. Isco, il gioiello Real, di controbalzo centra la traversa. Hierro si toglie la giacca e chiama a raccolta i suoi. C’è da spingere. Ci pensa Ramos a impostare, Isco e Busquets si prendono la rotonda centrale, ingabbiato Iniesta. Giro palla prolungato iberico, il Portogallo non riparte. Iniesta la piazza, fuori di un capello ma che brividi per Rui Patricio. Moutinho prova a mettere ordine e far ripartire i suoi ma per rimettere la testa avanti, serve il fuoriclasse. E quello del Portogallo è di valore assoluto. Maglia numero sette, di nome fa Cristiano. Ronaldo, appunto. La fiammante lusitana è nelle sua giocata anche se il suo sinistro dal limite non è irresistibile. Ci pensa De Gea a renderlo tale visto che si fa sfuggire il pallone con una papera colossale. Palla in rete poco prima dell’intervallo e Portogallo di nuovo avanti.
Sorpasso Spagna
Fraseggio e gioco nel corto, interminabile possesso palla, la Spagna riparte e Portogallo costretto ad arretrare il baricentro. Dieci minuti nella ripresa e la Roja si rimette in gioco. Schema su punizione: la batte Silva, Busquets ci mette la testa e sottomisura zampata vincente ancora di Diego Costa: 2-2 e tutto da rifare. Ma le emozioni non mancano perché, appena cento secondi dopo, Nacho si fa perdonare dell’errore in apertura che ha provocato il rigore e, con un destro di controbalzo, la mette alle spalle di Rui Patricio, con palla che picchia la base del palo e finisce in rete. Remuntada spagnola. E adesso sì che sorride Fernando Hierro, gli occhi che luccicano. Sembra, a guardarlo, essere stato trapiantato in un mondo che non gli appartiene. Sornione quanto si vuole ma quando la Spagna chiama non si può non rispondere presente. Isco manda ai pazzi mezzo Portogallo, sprinta sempre con straordinaria lucidità portandosi dietro 2/3 a volte anche quattro avversari. Adesso si fa davvero dura per il Portogallo, troppo Ronaldo dipendente. E vantaggio meritato per la Roja che domina la scena, lusitani in chiara ed evidente difficoltà.
Magia CR7
E allora si cambia: dentro Joao Mario, fuori Bruno Fernandes, mentre Quaresma prende il posto di Bernardo Silva quando alla fine ne mancano poco più di venti. Fuori anche Iniesta, dentro Thiago nella Spagna. Finale tutto da vivere con la Roja che amministra con il suo lunghissimo giro palla e il Portogallo che vuole provarci: la manovra però è lenta e prevedibile. E il solo Cristiano non basta. Lotta da solo contro l’intera difesa spagnola, poi Quaresma tocca con una mano vanificando il lavoro di CR7. Fuori Guedes, non brillantissimo, dentro André Silva quando alla fine ne mancano dieci. Dicevamo, Cristiano da solo non può bastare. E invece basta perché a due dalla fine il Pallone d’oro pennella una punizione incredibile, una parabola fantastica che scavalca la barriera e muore proprio all’incrocio. Terzo gol, si porta a casa pure il pallone e regala ai suoi un meritato pari. Vive solo di Ronaldo la squadra campione d’Europa ma chi ce l’ha se lo tenga ben stretto (messaggio in codice anche per il presidente Florentino Perez) perché da solo, come stasera, cambia una partita. E la decide. La Spagna ha assaporato a lungo il sapore della vittoria ma, come ha detto anche Ramos, Cristiano da solo fa tanta paura. Detto e fatto. Avanti con una certezza: saranno entrambe protagonoste.
Dal Fisht Stadium di Sochi