Quell'incredibile leggerezza dell'essere giallorosso. La Roma chiude con una sconfitta il suo girone di Champions, da qualificata con un turno di anticipo, cedendo di misura a Plzen al Viktoria che nonostante la vittoria del Mosca a Madrid conquista una posto in Europa League proprio sul filo di lana. Non era certo questa la partita per capire se la Roma fosse guarita o meno, ma di certo gli errori sono gli stessi di sempre. Finisce 2-1 per il Plzen, netto e meritato.
Botta e risposta
Freddo glaciale e neve accolgono i giallorossi a Plzen. Di Francesco lascia fuori Zaniolo, dentro Pastore, con Kluivert nel tridente insieme a Under e l'ex Psg alle spalle di Schick, mentre dietro Santon rileva sulla destra Florenzi. Sono queste le novità nella Roma a Plzen. Una Roma che vuole giocarsela e lo dimostra dalla formazione che Di Francesco manda in campo, ma i problemi restano sempre gli stessi. La Roma produce ma non concretizza. I giallorossi fanno la partita ma non sfondano. Kolarov si divora il vantaggio con una conclusione altissima poi spreca anche Pastore, con i cechi a contenere per provare il controgioco. Un primo tempo senza grandi emozioni, col taccuino perennemente vuoto. La vittoria del Cska a Madrid non aiuta certo i cechi nella volata all'Europa League. Prova a farsi vedere il padrone di casa, Patrik Schick, il contatto in area è vistoso ma Taylor non se ne avvede. C'erano gli estremi per il calcio di rigore. Fuori Pastore, dentro Zaniolo. E dal possibile vantaggio romanista, a quello ceco il passo è breve. Kopic va via sulla destra, palla tagliata in area, dove arriva primo Kovaric e la mette dentro, riscaldando l'atmosfera nel ghiaccio di Plzen. Vantaggio che però dura anch'esso un nulla perché la Roma non ci sta e prova a sfondare e lo fa con una percussione, stavolta premiata, di Under, palla che bacia il palo e finisce in rete: 1-1 quando restano poco più di venti da giocare più recupero.
Festa ceca
La Roma riprende a fare la partita, dimostrando di volerla vincere. Cambia anche il Viktoria, fuori Kopic, dentro Petrzela. La Roma non gioca neppure male ma manca sempre qualcosa, quella cattiveria che se davanti non produce, dietro rischia di complicare le cose. Detto e fatto. E così, sull'ennesimo controgioco, il Viktoria trova il 2-1 dopo che Mirante aveva fatto un miracolo su Petrzela: Chory raccoglie la respinta del portiere e la piazza di testa sul primo palo. Roma disattenta, facile a farsi infilare sui cambi di gioco dei cechi. Petrzela fa tutto bene dopo essersi bevuto la statica retroguardia giallorossa, palla fuori di un nulla. Manolas salva in scivolata sub Cermak e adesso sono i padroni di casa a fare la voce grossa. E la Roma rischia di subire ancora. Davanti continua a non graffiare, manovra mai incisiva. Fuori Nzonzi, dentro Luca Pellegrini. L'impressione è che non si tratti di uomini, ma di testa, che la Roma ha smarrito, stritolata dalla paura del momento, esattamente come era accaduto a Cagliari. Roma che ad una manciata dalla fine resta anche in dieci per il doppio giallo ravvicinato a Luca Pellegrini che commette due falli in serie e guadagna anzitempo la via degli spogliatoi uscendo dal campo a torso nudo a meno due gradi che la dice lunga su come sta di testa qualche calciatore giallorosso. Finisce con la vittoria del Plzen, che fa festa per l'accesso in Europa League, mentre i seicento tifosi giunti da Roma continuano a cantare. Loro sì che hanno vinto.
dal Mesta Plzen