“Un ritorno a casa”: così Eusebio Di Francesco aveva definito il suo ritorno a Trigoria. Ed ecco che, dopo alcuni giorni di attesa a caccia dell’ufficialità, l’ex centrocampista è tornato a varcare i cancelli del “Fulvio Bernardini”, pronto a sedersi sulla panchina della Roma, squadra con la quale raggiunse il suo apice come calciatore, conquistando anche uno scudetto. E, nella conferenza di presentazione, l’ex tecnico del Sassuolo si è posto alla stampa con il consueto garbo, consapevole di dover raccogliere un’eredità alquanto pesante, come quella di Luciano Spalletti, ma altrettanto sicuro di dover impostare il suo lavoro sulle linee a lui più congegnali, senza condizionamenti pur in una piazza passionale ed esigente come quella giallorossa. Una tifoseria che, però, di lui ha un bellissimo ricordo e una stima più che profonda: “Per me è un’occasione unica e sono felice di raccoglierla – ha esordito Di Francesco dopo la presentazione a opera del ds Monchi, prima di spostare immediatamente il discorso sulla tifoseria -. Avendolo vissuto in prima persona, so che l’apporto della Curva Sud è fondamentale. Sono convinto che sarà il 12esimo uomo in campo, chi vive e veste questa maglia ha sensazioni uniche. Quello che voglio portare all’interno della mia squadra è un grande senso d’appartenenza a questa maglia”.
Compattezza
Sul divario con la Juventus, il nuovo tecnico precisa subito: “La Roma è una squadra molto competitiva, con giocatori interessanti a dir poco. Ha avuto davanti una squadra come la Juve ma ha dimostrato di essere di livello top”. E, immediatamente, Di Francesco mette in evidenza quello che è sempre stato e continuerà a essere il profilo del suo operato come allenatore: lavoro e umiltà. “La cosa più importante di cui abbiamo parlato con il direttore in questo momento è creare grande compattezza, sapendo che durante il cammino ci saranno momenti facili e difficili. Quello che mi auguro è che sia un discorso in discesa per quanto riguarda i risultati, sapendo che questo può essere un ambiente particolare, difficile, chiamatelo come volete. Ma sono sereno nell’affrontare quest’avventura”.
De Rossi cardine
Impegno, dunque, è la parola d’ordine: “Ho la volontà di concentrarmi soltanto sul lavoro, che è determinante – ha spiegato il tecnico -. Credo di poter trasmettere i valori di quest’ambiente, voglio trasmettere entusiasmo che deriva dai nostri comportamenti, dall’essere vicini alla gente, dall’essere sinceri e facendo risultati che sono alla base del calcio. Magari anche facendo divertire”. In linea con il senso di appartenenza da trasmettere ai suoi calciatori, il perno della Roma che verrà sarà senz’altro Daniele De Rossi: “E’ la prima persona che ho chiamato quando sono diventato l’allenatore della Roma. Credo che lui sia l’emblema del senso d’appartenenza… perché è il primo che quando un compagno segna corre ad abbracciarlo. Credo che sia il mio e il punto di riferimento in generale della squadra”. E su Florenzi: “Auguriamoci prima di tutto che si metta a posto. E’ un giocatore che può fare tantissimi ruoli però voglio lavorare nella specificità: ha grandi capacità nell’attacco della porta ma ha fatto benissimo anche il terzino. E’ un giocatore che voglio allenare prima di dargli un ruolo”. Una battuta, Di Francesco la concede anche su Francesco Totti: “La società ha parlato con lui per quello che sarà il suo futuro da dirigente. A breve dovrà dare una risposta, è ovvio che ho un legame particolare con lui, sarei molto contento di poter continuare a lavorare con lui anche se in un’altra veste”.
Il mercato, Monchi: “Rudiger resta”
Per quanto riguarda il mercato, supportato anche da Monchi, il nuovo allenatore giallorosso non si sbilancia, limitandosi ad affermare che “le mie fortune sono quelle della società. Noi lavoriamo qui per il bene della Roma. Cercheremo di mettere insieme una squadra molto forte”. Ancor meno esplicito sulle questioni Pellegrini e Berardi: sul primo spiega che “è un giocatore molto interessante… un’ottima mezzala, ha avuto una crescita impressionante”, mentre sul secondo dice che “delle possibilità risponde sempre il direttore. Del fatto che sia un ottimo calciatore ribadisco quello che ho detto un anno fa… l’ho visto crescere, ha grandissimi mezzi”. A chiarire alcune questioni legate ad acquisti e cessioni (a cominciare da Antonio Rudiger, dato praticamente per fatto all’Inter dopo l’acquisto di Hector Moreno), ci ha pensato il ds Monchi: “Non siamo un supermarket. È vero che c’è un’offerta per Salah di un club inglese, ma il prezzo lo fa la Roma, quindi decideremo noi. Per Rüdiger non ci sono trattative, ci sono zero possibilità che possa andare via”.