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Ribery, un campione in Viola

Questo è proprio uno di quei casi in cui non sarebbe giusto guardare la carta d'identità. Perché è vero che Franck Ribery ha 36 anni ma è anche vero che la Fiorentina ha piazzato una zampata che, in un colpo solo, porta in dotazione esperienza, professionalità e serietà, colonne portanti della carriera dell'ala francese. Oltre a una classe immensa ovviamente che, per lungo tempo, hanno fatto di Ribery uno dei top player a livello mondiale. Sì, è da valutare la tenuta fisica e l'ultimo colpo in entrata dal Bayern (Mario Gomez) non rispettò le attese. Ma il punto saliente è che il numero 7 transalpino, vicecampione del mondo nel 2006, accende l'entusiasmo dei tifosi viola e, soprattutto, arriva a Firenze carico di motivazioni. Cosa non scontata per uno che, dopo aver vinto la bellezza di 26 titoli in carriera (da protagonista), avrebbe potuto tranquillamente godersi un finale in lidi più tranquilli, e che invece ha scelto di rimettersi in gioco con tanta voglia di dimostrare di essere ancora un calciatore in grado di fare la differenza.

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L'ascesa

Quando Francia e Svizzera esordirono nel Mondiale di Germania, facendo 0-0 a Stoccarda, Ribery era solo alla terza partita in nazionale. Il “sette” della piccola Boulogne sur-Mer, imprescindibile nello scacchiere di Domenech, sarebbe stata la vera rivelazione di quel Campionato del mondo. Forse solo Lukas Podolski, astro nascente in casa tedesca, riuscì a sorprendere più di lui. Niente di strano che una stagione dopo il Bayern Monaco decise di piazzare il colpo a effetto, portandosi a casa quello che all'epoca (2007) era il migliore esterno d'Europa. Sì, il migliore perché in quegli anni Cristiano Ronaldo stava solo iniziando la sua scalata verso l'olimpo e Ribery rappresentava il prototipo dell'ala moderna: rapido, efficace in zona gol e, soprattutto, in grado di giocare su entrambe le fasce. Incombenza che si sarebbe scambiato per lunghi anni con il compagno di reparto Arjen Robben, per quella che, per oltre un decennio, è stata senza dubbio una delle migliori coppie d'esterni d'Europa, quella in grado di trascinare il Bayern a tre finali di Champions, compensando con il trionfo del 2013 contro il Dortmund le amarezze per le sconfitte contro Inter (2010) e Chelsea (2012).

Nuovi obiettivi

Ora una nuova sfida, in una realtà in ricostruzione ma con grandi ambizioni come è la nuova Fiorentina del patron Commisso. Uno che, nel breve spazio di una sessione di mercato, ha centrato l'obiettivo di tenere Chiesa almeno un altro anno e di aver aggiunto all'attacco viola due innesti di qualità come Boateng e lo stesso Ribery. L'ambiente ideale per la fase finale di una carriera che, forse, potrebbe ancora dire qualcosa.

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