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Pyeongchang 2018, hockey senza stelle: la Nhl nega i suoi giocatori per l’Olimpiade

Doccia fredda (ĆØ proprio il caso di dirlo) per l’Olimpiade invernale sudcoreana, prevista a Pyeongchang il prossimo anno. La National hockey leagueĀ statunitense ha infatti annunciato che, per l’impegno a cinque cerchi, non concederĆ  il beneplacito ai giocatori professionisti della lega. Risultato: ai Giochi non saranno presenti, salvo ripensamenti (che avrebbero perĆ² del clamoroso), i pattinatori che militano nel campionato nordamericano. A darne notizia, o meglio, conferma ĆØ stata la stessa Nhl che, in un comunicato, ha spiegato come “la grande maggioranza dei nostri trenta club si oppone con forza a una sosta di sedici giorni che, nel mezzo del prossimo campionato, permetterebbe ai nostri migliori atleti di rappresentare ai Giochi i propri Paesi”. Uno scenario che, in modo alquanto pesante, andrĆ  a influire sul livello della competizione che si svolgerĆ  sul ghiaccio di Pyeongchang, palesando uno scenario peraltro non del tutto nuovo nell’ambiente: una situazione simile, infatti, si era verificata giĆ  in occasione delle Olimpiadi norvegesi di Lillehammer, nel 1994.

Le motivazioni Nhl

La decisione, in realtĆ , non ĆØ arrivata in un giorno. Il tira e molla fra Nhl e Comitato internazionale olimpico va avanti da diversi mesi, in una bagarre che, nell’ultimo periodo, ha tirato in ballo anche l’associazioneĀ dei giocatori, la Nhlpa, tutt’altro che favorevole alla decisione della lega nonchĆ© “estremamente delusa e assolutamente inĀ disaccordo con questa decisione”. A decretare le motivazioni del diniego, le richieste disattese, a detta della Nhl, legate alla limatura dei danni che, a suo giudizio, sarebbero arrecati al campionato nordamericano dalla consistente interruzione, dai problemi di fuso orario e dal rischio infortuni. Problematiche alle quali l’Iihf, la Federazione internazionale dell’hockey, ha cercato di venire incontro, garantendo la coperture delle spese assicurative e di viaggio per i giocatori.

I giocatori: “OpportunitĆ  sprecata”

Niente da fare: per la Nhl quello di Pyeongchang ĆØ “un discorso chiuso”. I migliori giocatori della disciplina, a questo punto, dovrebbero restare a casa, rinunciando a quella che ĆØ stata definita “la piĆ¹ grande opportunitĆ  di propaganda per questo sport” da Henrik Lundqvist, portiere dei New York Rangers, nonchĆ© campione olimpico con la Svezia ai Giochi di Torino del 2006. La decisione, infatti, non ha incontrato il parere positivo dei diretti interessati (gli hockeisti). Anzi, qualcuno ha giĆ  fatto sapere che, comunque si metteranno le cose, in Corea del Sud ci andrĆ  lo stesso.Ā Come il russo Oveckhin, dei Washington Capitals: “Tutti noi sappiamo cosa un’Olimpiade rappresenti, tutti vogliamo partecipare: io ci andrĆ² comunque”. Cosa succederebbe in tal caso? Ancora non ĆØ chiaro ma, a questo punto, ĆØ lecito aspettarsi qualunque mossa: da un lato, infatti, le motivazioni prettamente economiche poste dalle franchigie reggono fino a un certo punto, anche considerando le corposeĀ cifre stipulate per i diritti televisivi; dall’altro, i potenziali protagonisti premono, e anche molto, per rispondere alla chiamata dei propri Paesi. Un mix decisamente bollente.

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