Si è spento a 58 anni l’ex giocatore di basket Darryl Dawkins, professionista nell’Nba, la lega professionistica americana, e anche nel campionato italiano. Dawkins, soprannominato ‘Chocolate Thunder’ per le sue poderose schiacciate, è morto dopo essere stato condotto in ospedale, come ha confermato il sito americano Tmz. Un’autopsia è prevista per oggi per appurare le cause del decesso. Gigante di 211 centimetri per 120 chili, Dawkins – nato ad Orlando, in Florida – diventò il primo giocatore della storia a passare direttamente dal circuito delle High School alla Nba, nel 1975. Per gran parte della sua carriera ha militato con i Philadelphia 76ers e i New Jersey Nets, con un passaggio anche negli Utah Jazz e nei Detroit Pistons. Nel 1989 è approdato in Italia, dove ha giocato nell’allora Ipifim di Torino conquistando la promozione dalla A2 alla A1. Nel 1991, invece, passa all’Olimpia Milano, per poi riscendere in A2 nella Libertas Forlì.
Dawkins arrivò in Nba dopo aver fatto il salto direttamente dall’High School senza passare per il college, venendo selezionato dai Philadelphia 76ers. Da lì in poi una carriera Nba fino al 1989 (giocò anche con i New Jersey Nets), anno in cui lasciò gli Usa per giocare in Italia, con esperienze nelle fila di Auxilium Torino prima, con la promozione in A1, e Olimpia Milano poi. Di lui si ricorda l’estrema forza sotto canestro che lo portò in diverse occasioni a distruggere i tabelloni di gioco, di fatto costringendo l’Nba a rivedere la struttura dei canestri per evitare simili incidenti.
Ad appioppargli il soprannome “Chocolate Thunder”, fu Stevie Wonder. Ma se lo conquistò con i suoi potenti “dunk”, le sue schiacciate “monster”. Ai tempi d’oro erano in pochi a batterlo sui ‘dunk’, il gesto atletico che gli ha consegnato la fama. Nel 1979 si ricordano ben due tabelloni distrutti in due distinte gare a causa delle sue potentissime schiacciate. Dopo essersi ritirato dall’attività agonistica Dawkins si è dedicato alla carriera di allenatore. Tra i primi a commentare la sua scomparsa un grande campione della storia della Nba, Shaquille O’Neal: “L’ho incontrato solo cinque o sei volte. E’ sempre bello quando un grande si avvicina a te e ti fa i complimenti per come giochi”.