I Cleveland Cavs di LeBron James , considerato uno dei giocatori più forti della storia NBA, hanno chiuso l’affare con Kendrick Perkins, ex centro di Boston e Oklahoma City, che ammette personalmente di aver preferito i Cavs ai Los Angeles Clippers proprio per la presenza di James in squadra. “Perkins è un vincente: un giocatore che detesti se è un tuo avversario e che ami se è un tuo compagno di squadra” sono state le parole di LeBron. Per i Cavs l’ ingaggio è legato non solo all’esperienza di Perkins, ma anche al rapporto qualità-prezzo: il centro costerà meno di mezzo milione di dollari da qui a fine stagione.
Il cestista statunitense dei Cleveland si dice inoltre sorpreso in negativo, delle proposte da parte delle università che hanno espresso la volontà di reclutare il figlio che ha soltanto 10 anni, ma che a quanto pare promette molto bene: “Sono già arrivate lettere di college che vogliono reclutarlo, ma è una follia, anzi una violazione: non si reclutano ragazzini di 10 anni” ha dichiarato la stella della Nba.
LeBron Junior non è un caso raro: Ryan Boatright, campione NCAA con Connecticut, si promise al Southern California negli anni delle medie, mentre Matt Carlino ebbe un’offerta da Arizona quando studiava ancora alle elementari. Michael Avery accettò la chiamata di Kentucky a 12 anni, quando sembrava una sicura star del basket americano, ma in realtà la mancata esplosione lo ha portato a Sonoma State, nella seconda divisione. Le regole NCAA, il campionato di pallacanestro Division I che rappresenta il massimo livello del basket collegiale degli Stati Uniti, non impediscono di monitorare giovani di 10 anni, ma non permettono di offrire loro posti in squadra per il futuro, anche se spesso vengono a crearsi legami tra college e giocatore attraverso le squadre e i tecnici dei tornei giovanili AAU (uno dei più grandi non-profit di volontariato sportivo negli Stati Uniti, un’organizzazione che è dedicata esclusivamente alla promozione e allo sviluppo di sport amatoriale e di idoneità fisica dei programmi).