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Milan e Lazio k.o., l'Atalanta è prima

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Chiusura assai amara per Milan e Lazio, entrambe comunque già qualificate ai sedicesimi di Europa League: i rossoneri ne prendono due in casa del Rijeka, incassando una sconfitta che fa male più al morale che alla classifica del girone, mentre i biancocelesti, in versione sperimentale, rimediano un k.o. indolore in casa dello Zulte Waregem, vincente 3-2. Chi festeggia un successo straordinario, invece, è l'euro-Atalanta di Gasperini che, dopo aver messo in riga l'Everton, bastona anche il Lione andando a prendersi, grazie a una rete di Petagna, la vittoria e il primo posto in un girone che, in estate, sembrava un Everest insormontabile. Gli orobici, invece, hanno dominato gli eventi e conquistato una vetta meritatissima, presentandosi ai sorteggi da prima della classe.

Milan in cerca di se stesso

E' vero che, con un allenatore inserito da poco tempo e più che a freddo, un po' di assestamento ci vuole. E' anche vero, però, che dopo il rocambolesco pareggio col Benevento, ciò che non serviva al Milan era una brutta figura in quel di Fiume. Circostanza che, puntualmente, si è presentata: i rossoneri escono dal campo del Rijeka già eliminato con le ossa alquanto rotte, punito dalle reti di Puljic e Gavranovic, una per tempo. Un risultato inutile in termini di punti o di qualificazione ma, certamente, un'ulteriore conferma di una squadra ancora alla disperata ricerca di se stessa, stretta nell'inquietante morsa della crisi d'identità. Di sicuro, allenamento dopo allenamento, Gattuso avrà modo di far quadrare i conti e comporre magari un undici ideale da schierare con continuità: la scelta del turnover non ha pagato stasera e, si capisce, il nuovo tecnico dovrà lavorare più sulla creazione di un gruppo che sul talento dei singoli giocatori.

Lazio, k.o. ma torna Anderson

Sul campo dei belgi dello Zulte, Inzaghi si presenta con il primo posto matematico e con la possibilità non solo di provare qualche giovane ma anche qualche rientrante: è il caso di Wallace e, soprattutto, di Felipe Anderson, al rientro dopo un calvario di 130 giorni. Buone risposte da entrambi, così come buone cose si sono intraviste dagli under 23 schierati nella formazione titolare, i quali non sono però bastati a evitare la sconfitta, la prima in un girone di Europa League da oltre 6 anni (era il 2011 e il campo quello dello Sporting Lisbona): decisive le reti al 6' di Pauw e al 60' di Heylen, rimontate fino al pari da Lucas Leiva e Caicedo (seconda rete di fila) prima del gol del definitivo 3-2 di Leya, a 7' dalla fine. A ogni modo, più del risultato, per i biancocelesti contava avere delle risposte da Anderson: 35' giocati, buoni spunti e voglia di ricominciare.

Atalanta da sogno

“Storico” è probabilmente il termine più appropriato per descrivere il cammino dell'Atalanta in questo girone di Europa League. La formazione bergamasca, al Mapei di Reggio Emilia, ha ragione anche dell'Olympique Lione, battuto per 1-0 grazie a un colpo di testa vincente di Petagna e si guadagna non solo il primato e l'accesso ai sedicesimi da testa di serie ma anche l'invidiabile record di aver chiuso la fase a gironi senza nemmeno una sconfitta: 4 vittorie e 2 pareggi, contro squadre come l'OL e l'Everton, oltre ai ciprioti dell'Apollon. Una vera e propria impresa che proietta gli orobici a una dimensione europea che, probabilmente, nemmeno loro pensavano fosse così sviluppata, un po' per il blasone dei rivali un po' per i diversi pezzi pregiati andati via nel mercato estivo. La carta vincente di Gasperini, stavolta come le altre, è stato il gruppo: solido, compatto, organizzato e tutto orientato in una direzione. Lionesi e Toffees l'hanno imparato a loro spese.

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