Dopo tre mesi di tentativi e ben sette assemblee in via Allegri (Milano) andate a vuoto, l’ultima delle quali nella giornata odierna, la Lega calcio viaggia ormai spedita verso il commissariamento, essendo stato impossibile, finora, trovare un accordo fra i 20 club di Serie A sulla riforma dello statuto dopo il quadriennio olimpico e, di conseguenza, sulla nomina di un nuovo presidente. A questo punto, come peraltro ampiamente previsto, quella del commissario non è più solo un’ipotesi ma un’eventualità da tenere in serissima considerazione. Anzi, a dire il vero già da domani, 21 aprile, Carlo Tavecchio potrebbe assumere su di sé tale necessario ruolo, oltre a quello già occupato come presidente federale.
Marotta: “Auspichiamo Tavecchio”
Una scelta, quella di Tavecchio, che appare molto probabile oltre che caldeggiata da alcuni grandi club, Juventus in primis: “Auspichiamo che il commissario sia il presidente federale perché è giusto che questa transizione sia gestita da un uomo di calcio e dalla sua figura più rappresentativa”, ha spiegato Giuseppe Marotta, ad della società bianconera. Eppure, con l’ultima votazione per la presidenza della Figc andata in scena poco più di un mese fa (6 marzo), le preferenze per Tavecchio non erano state così nette e, tantomeno, lo sono ora con l’ombra del commissariamento ormai sempre più delineata sulla Lega. C’è chi, come la Juventus (e altri 10), è al suo fianco e altri che, nelle elezioni, avevano espresso la loro preferenza per Andrea Abodi. In sostanza, il commissariamento non piace a nessuno ma, a questo punto, diventa non solo una scelta indotta ma anche inevitabile.
La bagarre della Lega
Il tutto, ovviamente, passerà dal confronto con il ministro dello Sport, Luca Lotti, e il presidente del Coni, Giovanni Malagò, come peraltro ricordato dallo stesso Marotta. Il Consiglio federale, però, sembra orientato a fare tutto in casa propria, evitando di assegnare il ruolo supervisionale provvisorio a personalità esterne al mondo del pallone. In questo senso, il profilo di Carlo Tavecchio sembra il più sensato anche se, come detto, la non uniformità degli elettori nel nominarlo al suo secondo mandato di presidente Figc, potrebbe risultare una variante quantomeno scomoda, sia per le difficoltà della contesa in Lega, che per gli impegni non certo di minor importanza in federazione. A ogni modo, salvo sorprese, sarà lui a farsi carico di dirigere l’orchestra della Serie A, tentando di traghettare le società a un accordo finora rimasto un miraggio e concludere il mandato provvisorio con l’elezione di un nuovo presidente.