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La Juve non sbaglia, Genoa k.o.

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Il massimo col minimo sforzo. La Juve batte il Genoa allo Stadium nel monday night della seconda di ritorno e si riporta a meno uno dal Napoli capolista. La decide dopo quindici minuti un gol di Douglas Costa, ma partita mai in discussione. Non bella e frizzante la Juve che soffre l'intensità del Genoa che crea poco ma non regala spazi ai bianconeri per offendere.

Così in campo

Allegri conferma il 4-3-3 di ultima generazione con Lichsteiner, Benatia, Chiellini, ASlex Sandro nei quattro di difesa davanti a Szczesny, Khedira, Pjanic e Matuidi sulla linea mediana e tridente affidato ancora una volta a Douglas Costa, Higuain e Mandzukic. Ballardini schiera il 3-5-2 con Perin tra i pali, Rossettini, Spolli e Izzo in difesa. Sulle fasce Rosi e Laxalt, in mediana Omeonga con Rigoni e Bertolacci ai suoi fianchi. In attacco sarà Taarabt ad agire alle spalle di Pandev. Desolatamente vuota la curva Sud dell'Allianz Stadium, chiusa per effetto della sanzione della Corte di Appello della Figc nella sentenza su rapporti tra il club bianconero e gli ultrà. Juve obbligata a vincere per rispondere al Napoli vittorioso ieri a Bergamo e rimanere incollata agli azzurri.

La partita

Pronti e via ed è subito Juve. Arrembante per togliere subito agli ospiti la possibilità di far male. Pjanic su punizione scalda subito i guantoni di Perin che vola per neutralizzare una punizione velenosa dal limite. Genoa che prova ad alzare il ritmo, tiene bene palla sulla trequarti ma senza graffiare. Arriva così il vantaggio bianconero che nasce dal nulla, da una palla recuperata al limite da Costa che poi si fa trovare pronto all'appuntamento con il centro di Mandzukic, anticipa Perin ed è 1-0. La Juve tiene con sufficienza le redini della partita, solito giro palla dei bianconeri che concedono poco o nulla al Grifone che prova a disimpegnarsi con un sinistro da fuori di Laxalt alto sopra la traversa. Solo Juve  che affonda con decisione sugli esterni dove faticano e non poco i difensori genoani. Tutto troppo semplice per i campioni d'Italia.

La ripresa

Nella ripresa il Genoa entra in campo con altro piglio, baricentro più alto e piglio deciso, ma nonostante le buone intenzioni il Genoa non riesce a graffiare e a creare un solo pericolo per la porta bianconera. E' invece la Juve a mostrare i muscoli quando serve. Pjanic prova a piazzarla, fuori di poco, poi Izzo si immola su Higuain. La Juve vuole chiuderla per non correre inutili rischi. Ballardini richiama Taarabt ed inserisce Lazovic, mentre Allegri sostituisce Khedira per dare spazio a Sturaro e poi Asamoah rileva Alex Sandro. Il Genoa non graffia e per Ballardini è tenmpo ancora di cambi: fuori l'evanescente   Pandev, dentro Lapadula, mentre Allegri preferisce coprirsi, inserendo Barzagli al posto di Lichsteiner. Il Genoa prova il tutto per tutto, pressa alto e la Juve a tratti sembra andare in difficoltà. Ultimi cinque minuti con la Juve attenta a non commettere errori per non rovinare la serata e il Genoa che vuole provarci fino in fondo. Allegri si infuria per qualche leggerezza di troppo, con il Genoa che chiude con la forza della disperazione in avanti. Fa densità, ma la retroguardia bianconera, con qualche patema regge fino alla fine. Vince la Juve e si riporta a meno uno dal Napoi, ma ad Allegri, qualcosa non deve essere piaciuta. 

Massimo Ciccognani: