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La capoeira è stata dichiarata patrimonio culturale dell’umanità

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La capoeira è stata ufficialmente dichiarata patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco. Questa arte marziale, di origine afro-americana,  unisce allo stesso tempo lotta, danza, sport e arte. “Siamo molto emozionati perché questa disciplina, inventata dagli schiavi, è stata proibita in Brasile per molti anni e oggi viene riconosciuta in tutto il mondo”, ha riferito Jurema Machado, presidente Istituto del patrimonio storico e artistico nazionale.

La storia legata a questa danza ha la sua massima espressione nella “roda” ossia il cerchio creato dalle persone, che battono sui tamburi, per incitare e trasmettere la loro energia ai due capoeristi mentre si sfidano. Questo strumento, chiamato “berimbai” è tipico delle rode ed è spesso accompagnato da un “pandeiro”, un altro piccolo tamburino, una maraca e uno “djembe”: un altro oggetto a percussione a forma di calice.

Tra il 1781 e il 1855 si calcola che circa due milioni di schiavi africani furono portati in Brasile, principalmente nella città di Salvador de Bahia che contava il tasso di neri più alto al di fuori del continente africano.
La capoeira nacque proprio in questo contesto e si narra che sia un’evoluzione della lotta angolana “n’golo” che segnava il passaggio di giovani ragazzi alla vita adulta. Ogni schiavo sceglieva per se un “apelido”, un soprannome, col quale veniva riconosciuto dagli altri. Rispetto ai colonizzatori gli schiavi erano di gran lunga numericamente superiori e con una forza fisica maggiore: fu per questo motivo che furono costretti ad allenarsi in clandestinità perché gli europei temevano che se gli avessero permesso di fare pratica e di aumentare la loro corporatura, si sarebbero un giorno potuti ribellare. La capoeira è un’arte marziale che nasce quindi da una forte resistenza contro ogni forma di oppressione e il suo scopo è diventare un mezzo per promuovere il dialogo tra diverse etnie e classi sociali.

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