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Juve-Roma: spettacolo, emozioni e polemiche

Non sarà mai una partita come tutte le altre, semmai, la partita, la madre di tutte le partite, tra polemiche e veleni sull’asse Roma-Torino, una storia fatta di sfide epocali e duelli inverosimili, provocazioni e dispetti. Benvenuti a Juve-Roma, questa sera alle 20.45, ennesimo capitolo di una storia calcistica che profuma di storia e rivalità. Non siamo alla resa dei conti, ma all’ennesimo atto di una sfida che ha sempre regalato emozioni, quelle non sono mai mancate, e alrettante iniezioni di polemiche. Dal gol di Turone nell’81 per finire con il passaggio di Capello nella notte dalla panchina giallorossa a quella bianconera, l’addio altrettanto forte di Zebina ed Emerson per finire con gli ultimi cambi di casacca, Pjianic e quest’anno Szczesny. Juve e Roma a voi, senza battere ciglio, senza paura, come fossimo sul set di un film western con Clint Eastwood o John Wayne, la mano sulle pistole, pronti a sparare. La classifica alla vigilia della sfida dello Stadium è chiara: Napoli 32, Juventus 41, Inter 40, Roma 38 ma con una partita in meno, quella di Marassi contro la Samp e sulla carta con gli stessi punti (potenziali) dei bianconeri. Sarà quel che sarà, spettacolo, emozioni e gol in un’altra notte da ricordare.

Come quella del 10 maggio dell’81: Juve in testa e Roma ad un punto, match che vale lo scudetto. E’ la partita resa celebre dal famoso gol di Turone, che avrebbe significato primo posto per i giallorossi, ma la strozza rimane in gola perché l’arbitro Bergamo, che inizialmente aveva convalidato il gol, torna sulla sua decisione dopo aver visto il guardalinee Soncini con la bandierina alzata. Offside, come direbbero gli inglesi ma come ci siamo abituati a dire anche qui in Italia. Gol annullato e campionato finito, con una valanga di polemiche che ancora oggi non sono sopite avendo i romanisti la percezione di un gol annullato ingiustamente e di uno scudetto defraudato. A pensarci bene a Torino sono più i bocconi amari ingoiati dai giallorossi che quelli ricchi di felicità. Come nel 2001, il 6 maggio quando la Roma si prende la rivincita magari col brivido. Giallorossi in testa a +6 sulla Juve che però ancora ci crede, tanto che in un una manciata di minuti si porta subito sul 2-0 con gol di Del Piero e Zidane, con “Pinturicchio” che si divora il facile 3-0 in contripiede e poi con la conclusione velenosa di Zambrotta salvata magistralmente da Antonioli. Capello intuisce che la giornata è da burrasca e all’intervallo cambia la Roma inserendo Montella e il giapponese Nakata al posto di Totti e Delvecchio. Il giapponese firma l’1-2 a dieci dalla fine poi ci riprova ancora ma stavolta Van der Sar compie il miracolo anzi, non proprio, nel senso che devia la sfera ma sulla corta respinta si tuffa Montella che la mette dentro. E con il gol dell’aeroplanino, decollano i sogni scudetto della Roma.

Capello e la Juve è un torto mai superato. “Mai sulla panchina bianconera”, aveva sentenziato il tecnico friulano. Ma in una notte, scappò da Roma con armi e bagagli e la mattina dopo aveva già firmato per i bianconeri. Due anni di trionfi ma anche di tonfi, quasi un sortilegio perché i due scudetti conquistati da Capello furono revocati dalla giustizia sportiva per la vicenda Calciopoli. Si arriva ai giorni nostri in una storia che meriterebbe da sola un’enciclopedia. Ottobre 2014, domenica 5: allo Stadium è partita tra le due leader del campionato, la Juve di Conte e la Roma di Garcia, a punteggio pieno dopo cinque giornate. Ma il protagonista della sfida diventa l’arbitro Rocchi che assegna tre rigori e tre espulsioni. Subito penalty per la Juve per un braccio di Maicon al limite. Polemiche e veleni, Garcia mima di suonare il violino come a dire, “la solita musica”, Tevez fa 1-0, poi rigore anche per la Roma che Totti trasforma: e siamo 1-1. La Roma sembra dilagare, Iturbe mette il muso giallorosso avanti, ma un altro rigore super contestato regala alla Juve il 2-2. Finita? Manco per idea perché allo scadere arriva il 3-2 bianconero con una fucilata dal limite di Bonucci con proteste giallorosse per un fuorigioco di Tevez  non ravvisato. Finale incandescente con Totti che all’uscita dal campo si limite a dire che “la Juve dovrebbe giocare in un campionato a parte”, mica robetta.

C’è poi il fattore Stadium. Dall’inaugurazione nel 2011 a oggi, solo sconfitte per la Roma. Le delusioni giallorosse con Luis Enrique in panca, che portarono a due sconfitte, 4-0 in campionato e 3-0 in Coppa. Nel 2012 ancora Juve che travolge (4-1) la Roma di Zeman, poi il 3-2 con Garcia in panchina di cui abbiamo riferito sopra. Non va meglio a Spalletti che limita i danni perdendo solo 1-0. Solo sconfitte, l’ultima lo scorso anno per 1-0. In totale allo Stadium in otto incontri, sette di campionato e uno di Coppa, otto vittorie bianconere. L’ultimo exploit romanista risale alla stagione 2009/2010 quando Totti e Riise resero inutile il gol bianconero di Del Piero. Ed eccole di nuovo faccia a faccia. Come finirà impossibile dirlo. C’è una teoria dei grandi numeri (prima o poi deve succedere) cui si appellano i giallorossi. Da quest’anno c’è il Var e il gol di Turone avrebbe meno risonanza e polemiche. Quelle che forse mancheranno stavolta. Ma quando mai. Vuoi vedere che anche stavolta…

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