Il rigore di Marta vale la prima sconfitta ma è un k.o. indolore e non solo per i tre punti svaniti e la qualificazione comunque ottenuta da prima della classe: al cospetto di una squadra estremamente competitiva, l'Italia femminile di ct Bertolini esce a testa altissima, essendosi presentata al match con il Brasile con il passaggio agli ottavi già in tasca e uscendone con la consapevolezza che la sconfitta, nonostante un giorno in meno di riposo sulle gambe, fosse tutt'altro che un risultato giusto. Ora, con la prima piazza nel girone (frutto del poker rifilato dall'Australia alla Giamaica e dell'unica rete di passivo subita con il Brasile), agli ottavi capiterà una delle terze classificate. Non che questo sia un vantaggio e ct Bertolini lo chiarisce subito: ai Mondiali di squadre cuscinetto non ce ne sono.
Equilibrio
Di sicuro, questa Italia ha già fatto più di quanto fosse lecito aspettarsi: vittoria all'ultimo respiro con la forte Australia, pokerissimo alla Giamaica e 90 minuti ad armi pari col Brasile, con passaggio del turno anticipato e addirittura da prima. Un risultato già eccezionale considerando che l'Italdonne mancava al Mondiale da 20 anni. Gioca bene l'undici di Bertolini, capace di un buon fraseggio e di letali contropiede, come quello che quasi porta al gol Barbara Bonansea, la cui conclusione volante su cross dalla destra è neutralizzata dalla omonima che difende i pali della porta brasiliana. Le ragazze verdeoro fanno il loro: tanta tecnica, scambi corti ma l'occasione clamorosa capita dopo quella italiana (tiro di Bonansea smorzato in angolo da Barbara), con il portiere Giuliani che si esalta su una conclusione ravvicinata di tacco tentata da Debinha.
L'episodio
Un match equilibratissimo che, come prevedibile, viene deciso da un episodio: non la punizione di Andressinha, che si stampa sulla traversa, ma l'incursione di Debinha al minuto 74, con Linari che prova a ostacolarla spalla contro spalla, con un'irruenza che per l'arbitro vale il calcio di rigore. Dal dischetto è freddissima l'asso Marta, che spiazza Giuliani e porta avanti le ragazze sudamericane. Consapevoli che l'1-0 le premia ancora come prime della classe, le azzurre pensano più ad amministrare che ad affondare nel quarto d'ora rimanente, non correndo più nessun pericolo e portando a casa un passaggio di turno storico per un gruppo al quale nessuno vieta di sognare in grande.