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Il Napoli tiene il passo, steccano le romane

In un campionato dominato dalla Juventus, resta una sola certezza: lo splendido Napoli di Carlo Ancelotti che cala il poker contro il Frosinone e resta in scia Juve. La classifica dice meno otto dai campioni d'Italia, ma gli azzurri ci sono. Chi invece non c'è è la Roma che si lascia imporre il pari a Cagliari. Non bastano due gol di vantaggio. In pieno recupero i giallorossi, con due uomini in più, subiscono la rimonta: Ionita e Sau rispondono a Cristante e Kolarov. Frittata fatta, mentre esplode la Sardegna Arena. Match da brividi all’Olimpico tra Lazio e Samp. Finisce 2-2, all’ultimo respiro. Va sotto con la Samp (quinto gol consecutivo di Quagliarella), poi nel finale prima trova il pari con Acerbi poi, il gol del sorpasso al minuto 95 con un rigore di Immobile. Ma non è finita perché la Samp tre minuti dopo, esattamente al 98esimo, trova l’incredibile pari con Saponara, che approfitta di una dormita della retroguardia laziale e con un pallonetto firma il pari. Emozioni, ma anche due punti persi nella corsa al quarto posto, con la Lazio che aggancia il Milan atteso oggi alla sfida con il Torino. 

Qui Napoli

Contro il Frosinone una semplice formalità: 4-0 con doppietta di Milik e personali per Zielinski e Ounas nella giornata che ha visto il ritorno in campo di Meret e Ghoulam, tredici mesi dopo l’infortunio. Qualche novità per Ancelotti. In difesa Hysaj a destra, con Koulibaly e Luperto titolari. A centrocampo giostrano Allan e Hamsik,  con Ounas e Zielinski sulle fasce. In attacco conferma per Milik con Insigne. La sblocca subito Zielinski, poi sale in cattedra Ounas che firma il raddoppio con una conclusione da fuori. Secondo tempo che inizia da dove era finito il primo con il Napoli sempre in attacco, vicino al terzo gol con Ghoulam, che servito alla perfezione dal connazionale Ounas colpisce la traversa, sfiorando la rete al rientro. Frosinone troppo arrendevole, e così arrivano terzo e quarto gol col gigante Milik. Boccata d’ossigeno e iniezione di fiducia per l’attaccante. Ne avrà bisogno il Napoli che intanto incassa altri tre punti d’oro e non perde di vista la Juve. La strada migliore in attesa del Liverpool che come il Napoli, ne ha fatti quattro sul campo del Bournemouth trascinati da un Salah monumentale, autore di una splendida tripletta. 

Qui Roma

La Roma si butta via e vanifica una prestazione per 85' impeccabile, confortata da due gol. Poi subentra la paura, prende l'1-2, si disunisce, i sardi restano in nove ma non perdono la testa. Quella la perde la Roma, con l'ennesima occasione persa per tornare a volare. Nel Cagliari non c’è Barella squalificato per una giornata ed è una perdita importante per la formazione di Rolando Maran, ma non sarà la sola perché prima del via si ferma Pavoletti, dentro Cerri in coppia con Farias di punta e Joao Pedro trequartista. Cagliari con il 4-3-1-2. Di Francesco recupera Manolas che va a riproporre la coppia centrale con Fazio con Florenzi e Kolarov ad agire sugli esterni. Per il resto la stessa squadra che ha pareggiato con l’Inter, con la variante Kluivert al posto di El Shaarawy. La Roma fa la partita e Cagliari subito schiacciato, occasioni che non mancano. La Roma la sblocca dopo una manciata di minuti: assist di Kluivert per il gran sinistro di Cristante dal limite che brucia Cragno. La Roma c’è, gioca bene ma come al solito spreca molto. Il Cagliari subisce, anche troppo. Schick si divora il comodo 2-0 che però arriva a cinque dalla fine con Kolarov che sfrutta al meglio una punizione deviata da Cerri alle spalle di Cragno: 2-0 all’intervallo. La Roma parte bene anche nella ripresa, vuole chiuderla ma continua a sbagliare troppo e quando è sul punto di graffiare ci pensa Cragno a tenere in piedi i sardi. Il Cagliari reclama per un mani di Kolarov su un passaggio di Cerri, ma Mazzoleni, dopo aver visionato l’azione al monitor, dice che non è rigore. Il Cagliari prova a scuotersi nel finale di gara, Maran mette dentro Sau per l’ultimo disperato assalto. La Roma si abbassa troppo, vittima di se stessa e della paura, tanto che il Cagliari la riapre a sei dalla fine con il colpo di testa di Ionita dopo una spizzata di Joao Pedro: 1-2 e ultimi minuti infuocati. Cinque di recupero e la Roma adesso deve stringere i denti, mentre la Sardegna Arena prende a soffiare, oltre al vento, alle spalle dei padroni di casa. Maran viene allontanato per proteste, mentre Olsen salva la Roma su una spaccata di Faragò. Miracolo del portiere romanista che poi viene colpito da Srna che si prende un altro giallo, è il secondo e quindi Cagliari in dieci in pieno recupero. Anzi in nove perchè Mazzoleni manda negli spogliatoi anche Srna, rosso diretto. Sembra finita. Sembra, perché mai dire Roma visto che al minuto 50, ecco il pari di Sau su palla persa in uscita. Ed esplode la Sardegna Arena. Mancanza di cattiveria, personalità, due punti gettati al vento nella rincorsa alla Champions. Preoccupa questa Roma cui non bastano due gol di vantaggio e due uomini in più ad una manciata dalla fine per fare festa. Come contro il Chievo, alla fine fa festa il Cagliari, onesto e generoso che grazie alla Roma e alle sua mancanza di cattiveria e personalità, lascia sull’isola punti pesanti. E non sono i primi.

Qui Lazio

Un pari dalle mille emozioni, in un match senza fine. Una partita bellissima, senza un attimo di tregua. Tra Lazio e Samp è 2-2. Samp avanti dopo venti minuti del primo tempo grazie al sempre eterno Fabio Quagliarella che raccoglie un centro al bacio di Murru e la piazza. La Lazio produce molto, ma raccoglie nulla. Merito anche di Audero, il portiere della Samp, che para l’impossibile ma che alla fine è costretto ad arrendersi al tap in di Acerbi che a dieci dalla fine raccoglie un angolo di Luis Alberto prolungato da Parolo che trova impreparata la difesa doriana. Partita a tratti godibilissima, con la Lazio che prova in tutte le maniere a sfondare. L’1-1 sembra scritto, la Samp resta in dieci prima dei cinque di recupero. Fuori Bereszynski che affonda Correa e va sotto le docce. La Lazio stringe i denti nel finale, ci crede e trova il rigore del sorpasso al minuto 95 quando un gomito di Anderson devia una punizione di Luis Alberto. Rigore che Immobile trasforma in un Olimpico esplosivo. Finita? Manco per idea perché tre minuti più tardi (98’) la Samp la riprende. Dormita della difesa laziale, con dsaponara che di esterno al volo gonfia la porta biancoceleste. Incredibile 2-2. Stavolta ad esultare è la Samp, con la Lazio che torna negli spogliatoi con un solo punto. Ma anche tanta rabbia.

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