Vince e convince il Napoli che domina la Lazio al San Paolo al di là del 2-1 finale. Due gol, quattro legni, un dominio assoluto che la dicono tutta sulla qualità della squadra di Carlo Ancelotti. E il Napoli vola. Apre Callejon, raddoppia Milik. Nella ripresa la riapre Immobile. In mezzo quattro legni azzurri a sintetizzare una vittoria netta e meritata che stasera vale il meno sei dalla Juve capolista attesa domani dalla sfida con il Chievo. Piove maledettamente sul bagnato in casa Napoli che contro la Lazio deve rinunciare a quattro pedine fondamentali dello scacchiere, ovvero gli squalificati Koulibaly, Allan e Insigne oltre all’infortunato Hamsik.
Meccanismi rodati
E così Ancelotti sceglie un 4-4-2 con Meret tra i pali, Malcuit e Mario Rui (Ghoulam in panchina) sugli esterni, Albiol e Maksimovic centrali. In mezzo grande occasione per Diawara con Fabian Ruiz libero di spaziare, mentre Callejon e Zielinski agiranno per vie esterne. Mertens e Milik il tandem offensivo chiamato a far male dalle parti a Strakosha. Nella Lazio, assente il solo Marusic, squaificato. Inzaghi opta per il solito 3-5-1-1, spostando Lulic a destra e inserendo Lukaku dalla parte opposta. Strakosha tra i pali, difesa affidata a Luiz Felice, Acerbi e Radu. In mezzo Lulic e Lukaku, come detto, sugli esterni offensivi, mentre Parolo, Leiva e Milinkovic agiranno a ridosso di Luis Alberto e Immobile. Eppure, in campo, le assenze, che pure sono importanti, non si vedono. Sul piano del gioco la vince nettamente Ancelotti. Solito fraseggio, possesso palla disarmante da parte degli azzurri in attesa dell’imbucata. Callejon è una spina nel fianco della difesa biancoceleste, Diawara in mezzo cerca di ritagliarsi una serata di gloria, Zielinski tampona e riparte di giustezza anche se largo a sinistra trova poco spazio per esaltarsi. Fabian Ruiz è un gioiello di rara bellezza, un autentico crack, l’uomo di maggior sostanza alla corte di Re Carlo, Callejon è ispirato e da solo è un perfertto odeon, tutto quanto fa spettacolo. Milik e Mertens, là davanti, fanno impazzire una retroguardia, quella laziale, troppo spesso in affanno. E dietro Maksimovic e Albiol regalano nulla o quasi a Immobile e Luis Alberto, mentre Mario Rui e Malcuit accompagnano con sistematica costanza l’azione offensiva.
Pali e gol
Decisamente meglio il Napoli, al cospetto di una Lazio assonnata, con il solo Milinkovic a provare a fare la voce grossa. Ci prova in tre occasioni, senza fortuna con Meret sempre attento. Ma il Napoli è altra pasta, giro palla immenso, qualità e quantità al momento opportuno. Il Napoli attende paziente. Dura poco meno di mezz’ora la partita di Luiz Felipe costretto per infortunio a lasciare il campo a Bastos. Solo Napoli e Lazio, come le celebri stelle di Anton Giulio Maiano, resta a guardare. Pressing alto ma non asfissiante, che comunque toglie spazio e respiro alla Lazio. Che soffre. Milik centra due volte di fila i legni di Strakosha, prima il palo su una botta da fuori al volo, poi ancora il palo su deviazione dell’estremo laziale dopo un tap in di testa in area. Il vantaggio è una conseguenza. Azione alla mano, palla a Mertens che con il contagiri fa arrivare la palla a Callejon che, davanti a Strakosha, lo infila di giustezza con una rasoiata sul primo palo. Il Napoli vola sulle ali dell’entusiasmo, sospinto dalla sua gente. E il raddoppio premia Milik, che si rifà dei legni. Punizione dal limite, meravigliosa con palla sotto l’incrocio: 2-0 Napoli in meno di tre minuti.
Lazio, non basta Immobile
All’intervallo Inzaghi modifica la Lazio, dentro Correa, fuori l’evanescente Lukaku, ma non è il solo a demeritare, con Lazio adesso disposta 4-3-2-1. Ma invertendo i fattori, il prodotto non cambia perché è sempre il Napoli a fare la partita. Fabian Ruiz centra in pieno il palo poi Milik costringe Strakosha in angolo. Lazio stordita e confusa, Immobile non trova spazi chiuso dalla diga foranea azzurra. Correa ci prova ma predica nel deserto. Mentre il Napoli firma il quarto, non gol, ma legno, con Callejon, servizio illuminante di Mertens) che di testa centra in pieno la traversa. Dal nulla esce fuori la Lazio. Correa trova in area Immobile che approfitta della marcatura lenta di Albiol, palla sotto le gambe dello spagnolo che lascia impietrito Meret. La riapre la Lazio: 2-1 quando alla fine manca ancora un’eternità. Ma la Lazio resta in dieci perché Milinkovic sbaglia un disimpegno e costringe Acerbi al fallo su Callejon. E’ il secondo giallo per l’ex Sassuolo che guadagna anzitempo la via degli spogliatoi. Cambia Ancelotti, dentro Verdi per Diawara e cambia pure Inzaghi che spedisce in campo Patric al posto di Milinkovic. Milik si divora il colpo di grazia indugiando troppo dopo un assist al bacio di Mertens, ma si porta la palla sul destro e viene stoppato. Che occasione per chiuderla. Esce Mertens, dentro Ounas negli ultimi otto minuti di partita. La Lazio gioca il tutto per tutto alla ricerca del pari, ma dietro il Napoli concede praticamente nulla e ogni volta che affonda riesce sempre a fare male. Ci prova Ounas, girata mortifera da centro area, Strakosha si salva in angolo. Quattro di recupero per le speranze laziali, quattro di recupero per certificare il meritato successo azzurro che vale il +7 sull’Inter e il meno sei dalla Juve attesa domani dal Chievo. Un bellissimo Napoli che ha fatto di necessità virtù, facendo per una notte dimenticare le assenze. Di contro una piccola Lazio, mai in partita nella prima frazione. Quando ha provato a svegliarsi era già troppo tardi per provare ad impensiere un Napoli solido e granitico, sciolto e bello a vedersi.
Gli altri match
Risultati importanti nella prima domenica del girone di ritorno che, se dal Napoli ottiene conferme, dalla zona Europa ottiene una polveriera. A scombinare le carte ci pensa l'Atalanta di Gasperini che, allo Stirpe di Frosinone, affossa i ciociari con un pokerissimo firmato Zapata che, da solo, ne infila 4. Una giornata da incorniciare per il colombiano che, con i suoi quattro timbri, si porta in vetta alla classifica marcatori, a braccetto con CR7, coronando una giornata perfetta per i nerazzurri (gol in apertura di Mancini). Sospiro di sollievo per la Fiorentina che, in inferiorità numerica, riesce ad agguantare il pari interno con la Sampdoria grazie a due prodezze di Muriel e alla rete allo scadere di Pezzella, che permette alla Viola di fissare sul 3-3 il risultato (per la Samp gol di Ramirez e doppietta di Quagliarella). In zona salvezza, finisce in parità il derby emiliano fra Spal e Bologna: i felsinei aprono con Palacio ma il gol di Kurtic pareggia i conti per l'1-1 finale. Segno “x” anche nel match fra Cagliari ed Empoli: i padroni di casa vanno avanti con Pavoletti, subendo poi il pari di Zajc e il sorpasso di Di Lorenzo. A risolvere tutto ci pensa Farias, che fissa il 2-2 allo scadere.