La batosta dell'esclusione dai Mondiali di Russia del prossimo anno resterà una ferita aperta per lungo tempo sul volto della nazionale italiana. Troppo lontano l'appuntamento in Qatar del 2022, al quale potrebbe (e dovrebbe) presentarsi l'attuale generazione di giovani, per allora giunta alla maturità calcistica, ma lontano pure l'Europeo del 2020, primo fra gli obiettivi di quello che sarà il nuovo corso. Prima, infatti, bisognerà assistere (da spettatori) alla kermesse russa, costretti a veder vincere gli altri senza poter fare nulla. Una situazione umiliante non solo per l'Italia ma anche per le altre grandi escluse. E allora ecco spuntare l'idea che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe togliere tutti dall'imbarazzo: organizzare un mini-torneo fra le principali selezioni nazionali rimaste fuori dal Mondiale, così, giusto per non restare davanti al televisore a guardare i match di quelli che si giocheranno la coppa.
Il torneo degli esclusi
L'eccentrica proposta è targata Usa: gli States, nemmeno arrivati agli spareggi interzona essendo stati soppiantati da Panama e Honduras nel girone eliminatorio Concacaf, starebbero pensando di esorcizzare la delusione lanciando una sfida all'appuntamento di Russia, richiamando sul territorio dei Mondiali del 1994 le più importanti selezioni rientranti nel parterre di quelle 'out': Italia, certamente, ma anche Paesi Bassi, Cile, Ghana e forse altre (magari il Camerun o la Grecia), da ospitare nel “torneo degli esculsi” in una sorta di rievocazione di quello che fu il Mundialito del 1980 in Uruguay. Con la piccola ma sostanziale differenza che, in quell'occasione, a giocarsi la Coppa d'oro in palio furono le squadre che fin lì si erano aggiudicate quella Rimet (Brasile, Argentina, Germania Ovest, Uruguay, poi vincitore, e Italia, con gli stessi Orange a sostituire l'Inghilterra che rifiutò l'invito).
I dubbi del Mundialito
Quando all'epoca il presidente del Penarol, Washington Cataldi, avanzò l'idea del Mundialito (evento pensato per il cinqunatenario del primo Mondiale di calcio) ottenendo il via libera della Fifa, dalle federazioni delle nazionali invitate non arrivarono pareri dichiaratamente positivi: un torneo invernale, a stagione in corso, significava ulteriore dispendio di energie per i calciatori convocati, a fronte di una competizione organizzata esclusivamente a scopo celebrativo. Qualcuno, come l'Inghilterra, rifiutò di presentarsi; altri, come l'Italia di Bearzot, approfittarono della keremsse uruguayana per testare qualche giovane calciatore in vista del Mondiale dell'anno successivo. Niente di strano se la medesima situazione dovesse replicarsi per questo valzer delle deluse che, ugualmente, porterebbe via dei calciatori dai rispettivi club senza l'ambizione di giocarsi qualcosa di concreto.
Certo, per il momento è solo un'idea. Magari una provocazione. Non c'è niente di concreto. Sicuramente, però, un torneo di consolazione potrebbe non raccogliere grandi consensi in Paesi come l'Italia o i Paesi Bassi, per i quali l'esclusione dal Mondiale rappresenta un fallimento epocale. Non va dimenticato che i Tulipani, nelle due precedenti edizioni, hanno concluso al 2° e al 3° posto; il Cile, altra candidata alla partecipazione, ha vinto le ultime due edizioni della Copa America; gli Stati Uniti, d'altro canto, non mancavano a un Mondiale dal 1986. Difficile che uno stock di amichevoli estive possa lenire la delusione. Per i colori di casa nostra no di certo.