Campioni d’Europa, mai per caso. Vince ancora il Real che demolisce in una notte i sogni di grandezza di una Juve arrivata alla finale di Cardiff con troppa spavalderia. La miglior difesa (solo tre gol subiti fino all’ultima sfida), ne prende quattro in appena novanta minuti. Una botta tremenda che rimanda ad altra data sogni di gloria. Una maledizione che continua visto che adesso sono 7 su 9 le finali perse dai bianconeri, mentre il Real vince la dodicesima champions su quindici finale disputate. Non c’è stata partita, forse nell’immaginario collettivo il pari di Mandzukic ha creato qualche speranza poi rispedita al mittente. La vince la più forte, che a tratti ha dato l’impressione di subire, di temere l’avversario. Il Real invece ha giocato al gatto col topo, sfiancando un avversario stasera comunque molle e a tratti impalpabile, per poi colpirlo ai fianchi. Delude la Juve padrona d’Italia ma ancora una volta battuta, e stavolta sonoramente, appena varcati i confini nazionali.
L’amarezza di Allegri e Buffon
Decidono una doppietta di Cristiano Ronaldo e i gol di Casemiro e di Marco Asensio. Di un altro pianeta il Real che quest’anno ha demolito Bayern, Atletico e ora la Juventus. Mastica amaro Allegri, che pure aveva accarezza il sogno. Ci credeva la Juve, ma il Real l’ha riportata sulla terra. La delusione è tutta nelle parole del capitano Buffon: “E’ una grande delusione, perché pensavamo di avere fatto tutto il necessario per vincere. Grandissimo primo tempo, nel quale abbiamo messo in difficoltà il Real. Ti lascia a bocca aperta l’episodio che non ne gira mai bene uno. Per vincere questa coppa bisogna essere più forti di tutto. Nella ripresa la loro classe, la loro forza, la loro attitudine a vincere queste sfide si sono viste e hanno vinto meritatamente”.
Mandzukic illude
Nessuna novità al via, con Zidane che come previsto, sceglie Isco per Bale. La Juve prova a fare la partita e partire forte, il Real è sornione, attende e riparte. Anche perché la Juve fatica nel movimento senza palla. E così alla prima occasione ecco Cristiano Ronaldo ristabilire le gerarchie. L’extraterrestre raccoglie un invito al bacio di Carvajal e la mette dentro dove Buffon non può arrivare. Il Real affonda e ha altre due buone occasioni per andare sul doppio vantaggio. La Juve sembra ipnotizzata fino al colpo di magia di Mandzukic che inventa una conclusione pazzesca che beffa Navas, non esente da colpe. Il pari rivitalizza la Juve, ma è solo illusione allo stato puro perché il Madrid continua a giocare con la forza dei nervi distesi. Servirà ben altro alla Juve nella ripresa per fare il colpo. E invece…
Ripresa da incubo
Squadra apatica, senza verve, con poco movimento senza palla. Il Real se ne accorge e a inizio ripresa inizia lo show. Prima Casemiro inventa il gol del 2-1 con una mazzata da fuori seppure leggermente deviata da Khedira. Poi è ancor Ronaldo a uccellare Bonucci e firmare il 3-1. Finita? Manco per idea perché Cuadrado, da poco subentrato a Barzagli, si fa espellere per doppio giallo (il secondo decisamente esagerato) e allo scadere Marco Asensio firma il poker che manda in paradiso il Real e spedisce all’inferno una Juve per la quale l’Europa rimane una maledizione.
Presunzione
Vince la squadra più forte dalla quale la Juve deve saper imparare, senza presunzione, la stessa che ha accompagnato i bianconeri qui a Cardiff. La stessa vigilia, dove sembrava che i novanta minuti fossero una formalità. Se la sentiva calda la Juve, il Real l’ha ghiacciata con un poker pesantissimo, che mina certezze acquisite in una stagione senza ostacoli in Italia. Il problema rimane l’Europa e quella Champions sempre più indigesta. La stravince Madrid, fa festa Zidane, due coppe consecutive, mai visto prima dall’avvento della Champions. Il Real conquista la “duodecima”, il suo extraterrestre targato CR7 stravince il duello a distanza con Buffon e si avvia verso un altro Pallone d’Oro. Tutto qua in una notte che si è trasformata in un incubo per i bianconeri. I campeones sono sempre loro, i più forti, un dna da Champions. La Juve è sonoramente bocciata. I sogni di gloria possono attendere, mentre lo sguardo va al campo e a Sergio Ramos che alza al cielo di Cardiff la coppa dei campioni.
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