Spagna fatale, ancora una volta. Il sogno europeo dell’Under 21 italiana si infrange nuovamente contro le furie della Rojita capace oggi, come quattro anni fa in Israele, di demolire le ambizioni di una pur validissima nazionale. Nella finale di Gerusalemme fu Thiago Alcantara a prendersi la scena, mettendo in fila tre reti pesantissime; nella sfida di accesso all’atto conclusivo di questo Europeo, da disputare contro la Germania, è stato invece l’asso dell’Atletico Madrid, Saul Niguez, a sfoderare un portentoso hat-trick, piegando nella ripresa la resistenza di un’Italia tutt’altro che arrendevole di fronte alla talentuosa selezione allenata dall’ex Real Madrid, Celades. Una punizione severa, con i tre gol del gioiello dei Colchoneros che sigillano il risultato sul 3-1 finale rendendo perfettamente inutile il momentaneo pareggio di Bernardeschi. La squadra di Gigi Di Biagio paga un secondo tempo giocato in inferiorità numerica a causa dell’espulsione (per doppio giallo) di Roberto Gagliardini che, di fatto, consente alla Spagna di impossessarsi di un centrocampo fin lì a esclusivo appannaggio azzurro.
L’Italia tiene
Nelle file della Rojita c’è gente come Deulofeu, Saul, Asensio, Bellerin, Ceballos e compagnia. Ma anche l’Italia ha i suoi gioielli e, soprattutto, un collettivo che sembra ben funzionare nel primo tempo, quando la mediana resta preda del trio Pellegrini-Benassi-Gagliardini e la difesa contiene senza troppi affanni le folate dei giocolieri spagnoli, concedendo ai compagni la possibilità di qualche iniziativa. In effetti, se la conclusione di Deulofeu direttamente da corner impensierisce solo un pochino Donnarumma, ben più impegnativa è la parata dell’estremo difensore iberico, Kepa, sul destro ravvicinato (ma da posizione defilata) del centrocampista romano. I guantoni del portiere dell’Athletic, del resto, erano già stati scaldati dopo appena due minuti dal via, grazie alla conclusione dalla sinistra di Federico Chiesa. Segno tangibile di un’Italia che in campo c’è eccome, senza subire più di tanto l’iniziativa dell’orchestra spagnola (una sola occasione con Deulofeu) e, anzi, rendendosi pericolosa anche con un’incornata di Caldara sugli sviluppi di un corner. Qualche imprecisione gli azzurrini la commettono, soprattutto nell’ultimo passaggio, ma il modulo di Di Biagio regge e consente all’Under di arrivare a riposo con ottimi propositi per i secondi 45 minuti.
Saul a valanga
Niente di buono, però, accade nella ripresa. L’Italia torna in campo senza la grinta della prima frazione e, annusando l’occasione propizia, i talenti iberici iniziano a macinare gioco e spettacolo: trascorrono solo 8′ dall’inizio del secondo tempo e la prima rete di Saul, servito al centro da un ispiratissimo Ceballos e bravissimo a infilare Donnarumma con un bel sinistro di prima intenzione. Gol e beffa in pochi minuti: Gagliardini, graziato un paio di volte a inizio gara, rimedia due gialli in otto minuti, lasciando in 10 uomini la squadra. Eppure, nel momento peggiore, arriva la fiammata azzurra con Bernardeschi, bravo a liberarsi sulla trequarti e a sparare verso la porta di sinistro, infilando Kepa grazie anche alla deviazione di Vallejo. Pareggio, palla al centro e, per assurdo, partita dell’Italia che finisce qui: il gol azzurro scatena le Furie rosse che, man mano, prendono possesso della metà campo italiana. A piegare la resistenza nostrana è ancora Saul che, con un bolide mancino dai venti metri, sorprende un Donnarumma non esente da colpe. Ben poco, invece, l’estremo difensore del Milan può fare contro il terzo sinistro del talento dell’Atletico, perfetto nel perforare la difesa e raccogliere l’assist di Asensio per la sua personale tripletta, scrivendo la parola fine sul match e spedendo i suoi in finale. Escono a testa alta, però, i ragazzi di Di Biagio bravi a tenere testa, per quanto possibile, a un concentrato esplosivo di tecnica e talento.