Il calcio cambia definitivamente canale e si sintonizza su quello della āVar roomā, la nuova frontiera che cambierĆ definitivamente il modo di vedere il calcio perchĆ© del Var non si potrĆ piĆ¹ fare a meno. La sperimentazione in Italia, Germania e Portogallo ha dato dei buoni risultati, ma il massimo lo stiamo ottenendo qui in Russia dove la moviola in campo, tanto cara ad Aldo Biscardi, sta trionfando oltre ogni piĆ¹ rosea aspettativa. Eā il Var, il vincitore morale del mondiale. Eā il Var che qui in Russia ha incantato tutti, anche gli scettici. Fa bene agli arbitri, che hanno meno pressione sulle spalle, fa bene soprattutto alla regolaritĆ del torneo. In tutto in questa prima fase del mondiale, con 48 partite giocate, ci sono stati 23 casi da moviola, di cui 20 risolti grazie alla tecnologia e solo tre gli errori complici perĆ² gli arbitri che hanno rinunciato allāaiuto e che per questo torneranno presto a casa. Si tratta del tedesco Brych, del polacco Marciniak e del colombiano Roldan.
Collina: “Errori ci possono essere”
Un successone, rimarcato in conferenza stampa da Pierluigi Collina, Massimo Busacca e Roberto Rosetti e certificato da Zvonimir Boban. Percentuale di errore dello 0.7%, ovvero quasi nulla rispetto al 5% di Brasile 2014. Var rinforzata con quattro giudici e ogni singola azione passata al setaccio. Sorride Infantino che per primo ha voluto la tecnologia in campoĀ ma sorridono anche gli arbitri che adesso hanno meno pressione addosso. Sette calci di rigore assegnati col Var, 14 decisioni cambiate, tre confermate attraverso una media di soli 56 secondi per rivedere lāazione e decidere. Collina si ĆØ limitato a snocciolare i numeri, lasciando lāinterpretazione ai giornalisti in sala, evitando sempre di usare la parola trionfo. Quella magari la lascia aĀ Infantino il giorno della chiusura. āCon lāaiuto del Var – ha detto Collina – gli arbitri hanno preso decisioniĀ corrette nel 99.3% dei casi durante questa prima fase del Mondiale. Avere il Var non significa avere la perfezione in quanto errori ci possono sempre essere, fermo restando che la decisione finale spetta sempre al direttore di garaā.
Il sogno avverato di Biscardi
Eā vero che qui in Russia sono aumentate telecamere e assistenti alla regia, ma ĆØ altrettanto vero che anche gli arbitri provenienti da federazioni ancora inesperte di Var, hanno potuto avvalersi di uno strumento indispensabile. Rispetto al Brasile sono perĆ² aumentati gli errori arbitrali in questo caso corretti dal Var che a questo punto ĆØ pronto a sbarcare la prossima stagione anche in Spagna ma che ancora non ha trovato collocazione nella Uefa Champions League. Complice gli alti costi, ĆØ vero, ma almeno dopo i gironi eliminatori, sarebbe indispensabile per evitare altri errori come quelli che si sono verificati negli ultimi due anni. Insomma, Var promosso a pieni voti. Eā il successo di quella moviola in campo che Aldo Biscardi invocava in tempi non sospetti, quando la tecnologia era guardata con sospetto proprio dagli stessi direttori di gara. Eā invece ĆØ arrivata, meglio tardi che mai. Grazie a Infantino che lāha fortemente voluta dopo il diniego di Blatter che la usava solo per scopi elettorali per poi rimetterla nel cassetto. Grazie a Collina e Busacca che lāhanno lanciata a livello internazionale e grazie a Roberto Rosetti che ĆØ il responsabile del progetto e lāha gestita e grazie a Boban che nel momento di maggiore difficoltĆ , lāha difesa a denti stretti. Certo, sentire la Var Room parlare in italiano, fa un bellissimo effetto perchĆ© significa che una parte dellāItalia del pallone sta rendendo questo mondiale piĆ¹ onesto. E grazie ad Aldo Biscardi che lāavrebbe voluta tanti e tanti anni fa. Per lui era solo la moviola in campo, adesso si chiama Var, ma invertendo i fattori e renderndola piĆ¹ internazionale, il prodotto non cambia. Sempre di occhio televisivo si tratta. E di questo Grande Fratello, il calcio di oggi non puĆ² piĆ¹ farne a meno.
Dalla sala conferenze dello Stadio Luzniki, Mosca