Scrivi 600 ma in realtà sono 692, perché alla prima cifra ci sono da aggiungere gli 11 con Barça C e B, oltre che i 65+16 della nazionale argentina. Numeri da capogiro che hanno un nome e cognome: Lionel Messi, detto Leo. Magico tutto: i gol che fa, come li fa, quanti ne fa, quando li fa. Il perché forse non è il caso di specificarlo, visto che è ormai chiaro a tutti, però fa bene ricordarlo: li fa perché è forte. Il più forte forse, ma in questo caso il dibattito è aperto. Perché a quella quota Cristiano Ronaldo ci è arrivato prima di lui, perché di grandi giocatori ce ne sono stati anche prima, perché era un fenomeno pure chi non segnava così tanto. Il punto è che essere fenomeni e segnare pure tanto è un binomio che semplicemente fa la storia. Almeno un paio di generazioni Pelé non lo ricordano giocare, qualcuna in più si ricorda Maradona, Platini e altri campionissimi dell'era moderna, tutti fenomeni che hanno segnato tanto, ma solo nel caso di O'Rey (l'unico a essere un centravanti) più della Pulce, senza considerare l'incerto conteggio sul cecoslovacco Josef Bican, che potrebbe essere davanti persino al brasiliano.
Applausi per Messi
Ma calcio e matematica vanno d'accordo fino a un certo punto. Quando parli di Messi, infatti, pensi di averle viste tutte, che meglio di così difficilmente si potrà fare. Eppure ogni volta, puntualmente, Messi fa Messi. E quando pensi che il migliore possa essere CR7, lui ti ricorda che il dubbio, probabilmente, non si toglierà mai. Forse è meglio così: non è il caso di prendere un giocatore ed eleggerlo migliore di tutti, perché ci sarà sempre qualcuno che ti dirà che l'altro è più bravo. E' stato così per Pelé e Maradona, per parlare di top in assoluto, ma lo è stato anche per dimensioni più piccole (ad esempio, chi è il più forte giocatore italiano? Dibattito aperto…). La verità è che giocatori come questi è meglio vederli giocare il più a lungo possibile, e discutere su chi abbia qualcosa in più dell'alto fa parte del gioco. Tanto, alla fine, gli apprezzamenti arrivano comunque perché è impossibile non farli.
La storia continua…
E allora, raggiunti 600 gol (e che gol), Messi resta ancora in piena ascesa. Forse può fare ancora in tempo a togliersi qualche soddisfazione con la Nazionale, unico neo della sua incredibile carriera. Per alcuni non è un dettaglio, per altri sì, soprattutto dopo il trionfo europeo di CR7, le tre finali perse di Copa America e quella di Coppa del Mondo svanita contro la Germania. Peccato ma tant'è: Messi fa 600 (692), quasi nessuno può dire di averlo fatto, peraltro sempre con la stessa maglia. Dal 2005, quando segnò in pallonetto all'Albacete, a 17 anni, buttandola dentro dopo aver ricevuto una scucchiaiata di Ronaldinho, praticamente facendo gol con il marchio dei grandissimi assistito dal servizio di un grandissimo. Fu record allora, e lo restò fino al 2007, quando proprio Messi decise di fare l'assist a Bojan Krkic perché lo superasse. Da quel giorno a oggi, l'argentino ha messo insieme un bottino di gol e di trofei da fare invidia a chiunque. E quando sfodera prestazioni come quella contro il Liverpool non si può far altro che applaudire. D'altronde, in quei frangenti, a decidere chi tra lui e Ronaldo sia il migliore non ci pensa davvero nessuno.