Categories: Sport

E’ morto Raymond Kopa, fuoriclasse francese Pallone d’oro e tre volte campione d’Europa

Logo Interris - E' morto Raymond Kopa, fuoriclasse francese Pallone d'oro e tre volte campione d'Europa

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: E' morto Raymond Kopa, fuoriclasse francese Pallone d'oro e tre volte campione d'Europa

Platini, Fontaine, Zidane: il calcio francese è stato sempre capace di regalare ai palcoscenici internazionali dei veri e propri fuoriclasse, autori di pagine fondamentali nella storia del gioco più bello del mondo. E uno di questi è stato Raymond Kopa, fenomeno assoluto degli anni 50-60 e protagonista del grande Stade Reims che in quel periodo spadroneggiava nella lega francese, ma anche elemento di spicco di un Real Madrid capace di conquistare 5 Coppe dei Campioni consecutive, tre delle quali assieme al campione francese. Nella sua epopea di trionfi rientra anche un Pallone d’oro: era il 1958, la sua Francia veniva da un terzo posto al mondiale ma lui, di quel torneo, era stato eletto miglior giocatore, nonostante le 13 reti messe a segno dal connazionale Fontaine. Nella mattina del 3 marzo 2017 è arrivata la notizia della sua scomparsa ad Angers, città della squadra che lo aveva lanciato, nell’ormai lontano 1949: era malato da tempo e aveva 85 anni.

Kopa e il grande Reims

Era un altro calcio quello di Raymond Kopa: in quegli anni la storia sportiva la facevano gli uomini, le prestazioni in campo equivalevano a quelle nella vita, il terreno di gioco era un rettangolo di rispetto e di battaglie epiche allo stesso tempo. Anche i palloni erano diversi: rivestiture di cuoio vistosamente ricucite nella parte superiore, con caratteristico colore marrone e, certamente, senza la capacità odierna di adeguarsi ai piedi di un calciatore. Eppure, lui la storia l’aveva fatta con quei palloni lì, imponendosi nel panorama europeo come un fantasista di eccelse doti tecniche e capace di segnare come un attaccante. Sui campi di allora scorrazzava gente come Pelé, Di Stefano, Charlton, Puskas, Eusebio e, certamente, riuscire a ritagliarsi uno spazio importante era roba solo da fuoriclasse. Kopa, dopo gli inizi con l’Angers, lo fece con lo Stade Reims che oggi milita nella Ligue 2 ma che, all’epoca, era probabilmente la migliore formazione di Francia, capace di imporsi in campionato per 6 volte in 13 anni, 4 delle quali con la guida del fenomeno di Noeux-les-Mines.

Real Madrid e ritorno al Reims

Ma, tra i primi due trionfi con il Reims e i restanti due, Kopa ha vissuto un’esperienza fondamentale con gli spagnoli del Real Madrid (già quello dei “galacticos”) che, finalmente, gli ha concesso di ottenere quei trionfi che, proprio contro questa squadra, il suo Stade aveva solo sfiorato. Era il 1956 e i blancos avevano appena conquistato l’edizione inaugurale della Coppa Campioni, conquistata in una combattuta finale (terminata addirittura 4-3) contro l’11 francese, nel quale militava ancora Kopa. Nella nuova edizione, il francese milita con la formazione madrilena e conquista l’alloro continentale giocando da titolare la sfida finale con la Fiorentina, fresca campione d’Italia. Il bis arriva nella stagione successiva: l’avversaria è un’altra italiana, il Milan, ma Kopa, Di Stefano, Gento e compagni fanno ancora centro. Il 3-2 finale significa il terzo trionfo consecutivo per il Real Madrid, il secondo per Kopa che, dopo il mondiale in Svezia vinto dal Brasile di Pelé, conquista anche l’ambito Pallone d’oro, succedendo (e precedendo) proprio alla Saeta rubia.

La sfida della vita, però, arriva nella finale di Coppa Campioni del 1959 quando, di fronte alle ormai abituali merengues, c’è nuovamente lo Stade Reims, guidato dal capocannoniere mondiale, Fontaine. Finisce 2-0 (quarto successo consecutivo per il Real) ma, dopo quella partita, Kopa sceglie di percorrere a ritroso la via da Madrid a Reims, tornando nella sua Francia per vincere altri due campionati (dopo 3 successi anche nella Liga spagnola). Ed è qui, nella città della Champagne dove aveva assaporato per la prima volta l’aria del grande calcio, che il fuoriclasse termina la sua carriera. La storia era già stata scritta.

Damiano Mattana: