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Dotto, Orsi, Sabbioni: a Copenaghen brillano le stelle azzure

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Cinque ori, sette argenti, cinque bronzi, un record europeo, undici primati italiani, 42 primati personali. Alla Royal Arena di Copenhagen brillano i campioni azzurri del nuoto: grazie alle loro prestazioni l'Italia vince la classifica per nazioni dei campionati europei in vasca corta con 959 punti. Al secondo posto la Russia, con 901 punti, al terzo l'Ungheria, con 705. Un europeo da incorniciare se si pensa ad assenze come Gabriele Detti e Silvia Di Pietro, da sempre funzionale alle staffette, e la condizione non al top di Gregorio Patrinieri e la scelta di Federica Pellegrini di virare sulla velocità pura nella terza fase della sua infinita carriera.

Un grande successo, tuttavia, raggiunto con una squadra giovane e rinnovata, e magistralmente guidata dal direttore tecnico Cesare Butini, insieme ad uno staff tecnico-sanitario di eccellente qualità. Giovani esordienti e “vecchi” campioni si sono subito integrati, mostrando tanta tecnica e, in qualche caso, tanta esperienza. A raccogliere l'eredità di Filippo Magnini, in qualità di “capitano” del team, Federico Turrini. L'investitura è avvenuta all'arrivo a Copenhagen al termine della riunione tecnica e della visita dell'Ambasciatore italiano della Danimarca, Stefano Queirolo Palmas. Il tricolore svetta in cima al medagliere del 2017 insieme a Russia e Ungheria, e l'Italia, per la seconda volta, vince il Len Trophy. 

Tris d'oro

Dopo gli ori di Fabio Scozzoli nei 50 metri rana e di Matteo Rivolta nei 100 metri farfalla, a portare l'Italia sul gradino più alto del podio sono i successi di Luca Dotto nei 100 metri stile libero, Marco Orsi nei 100 metri misti e Simone Sabbioni nei 50 metri dorso. Medaglie che arrivano nella quinta e ultima sessione pomeridiana dell'europeo. 

Luca Dotto si prende la medaglia del metallo più prezioso vincendo la gara dei 100 metri stile libero dominati in 46″11 (passaggio 22″00). Dotto, vincitore del bronzo a Eindhoven nel 2010 e dell'argento a Stettino nel 2011, all'undicesima medaglia nella rassegna (poi 12 con la staffetta) supera il belga Pieter Timmers, secondo in 46″54, e l'inglese Duncan Scott, terzo, in 46″64. “Volevo quest'oro. Ieri mi ero risparmiato – spiega il campione che demolisce il precedente primato personale di 46″68 -. Sono partito subito deciso e determinato, staccando il gruppo fino alla fine. La vittoria mi ripaga di quella mancata nel 2011. Erano sette anni che non miglioravo e questa stagione mi dà un'iniezione di fiducia nuova che mi fa andare avanti con stimoli giusti. Ci sono emozione e orgoglio a vedere tutto il pubblico battere le mani a tempo mentre suona il nostro inno, che è il più bello e gioioso di tutti gli altri. Salire sul podio e intonare l'inno è il sogno di ogni bambino che si avvicina allo sport”. Dotto conquista il sessantesimo oro della spedizione azzurra nella storia e si assesta come secondo miglior performer italiano di sempre, scavalcando l'amico Filippo Magnini e stabilendo la terza prestazione italiana all time.

Pochi minuti dopo, Marco Orsi, forte del record italiano e secondo tempo delle semifinali dei 100 misti, sembra volare sull'acqua e tocca in 51″76 (passaggio 23″31) rimontando nello stile libero il russo e campione uscente Fesikov, che cede allo sprint in 51″94. “Ho visto Luca fare un 100 stilelibero bellissimo – spiega il nuotatore bolognese che ha demolito il record italiano con un miglioramento esponenziale dal precedente (52″10) stabilito in semifinale -; sapevo che era difficile vincere, ma quando ho virato a rana mi sono visto vicino al russo e allora c'ho creduto. Sono strafelice, lo volevo per me e per tutta la mia famiglia. Con il mio allenatore abbiamo sofferto tanto e questo oro ci ripaga di molte difficoltà vissute”. Orsi si guadagna un oro mai vinto dall'Italia in questa disciplina e sale a 19 medaglie personali, di cui 8 individuali.

Il “tris” arriva nell'ultima gara individuale con Simone Sabbioni, già argento nei 100 con primato italiano (49''68). L'atleta romagnolo vince i 50 dorso in 23″05, abbassando di un centesimo il primato italiano che aveva stabilito lo scorso 2 dicembre a Riccione. Al secondo posto ecco il russo Kliment Kolesnikov, classe 2000, già campione europeo nei 100 dorso, che termina la gara in 23″07 col record mondiale juniores. “Volevo spaccare il mondo, sono contentissimo. Battere il russo sembrava impossibile. Devo realizzare perchè non ci credo ancora – commenta Sabbioni -. E' stata una gara vinta con cattiveria. In subacquea vedevo che nel secondo 25 mi mancavano le gambe. Allora con Matteo Giunta (il suo allenatore, ndr.) abbiamo deciso di uscire prima ed andare avanti col busto. La scelta ha pagato come quella di andare a Verona ad inizio anno e ricominciare una nuova vita con nuovi stimoli“. Terzo il ventinovenne francese olimpionico della velocità Jeremy Stravius che tocca in 23″12 vincendo la sua tredicesima medaglia europea.

Butini: “Bilancio super positivo”

Contento il direttore tecnico del team azzurro, Cesare Butini, che afferma: “Siamo prossimi a Capodanno e possiamo tranquillamente dire che abbiamo disputato un campionato europeo col botto. Ultima giornata entusiasmante con i tre ori di Luca Dotto nei 100 stile libero, Marco Orsi nei 100 misti e Simone Sabbioni nei 50 dorso e un argento con i ragazzi della 4×50 mista, che vanno a completare un bottino di 17 medaglie, pari a quello di Netanya 2015. La squadra ha girato molto bene ed ha saputo esprimersi ad altissimi livelli, sebbene avessimo assenza illustri come quelle di Gabriele Detti e Sivlia Di Pietro, un Gregorio Paltrinieri non al top della forma e Federica Pellegrini che ha scelto di partecipare alle gare della velocità, nelle quali è meno competitiva. Senza dimenticare che non ci è stato dato modo di gareggiare alla pari con le altre squadre nella staffetta mista mista”. Poi aggiunge: “Abbiamo vinto la classifica per nazioni, secondi nel settore femminile dietro alla Danimarca e secondi in quello maschile dietro alla Russia; siamo terzi nel medagliere e secondi per numero di medaglie. Il bilancio è super positivo“. Quindi, con uno sguardo al futuro, conclude: “L'avvicinamento tra gli atleti più esperti e più giovani sta dando i risultati che cercavamo. Bisogna continuare ad accelerare il progetto di sviluppo dei giovani per la loro crescita tecnica. Confidiamo che all' Olimpiade di Tokyo 2020 arrivi una squadra composta da esperti e giovani che abbiano acquisito sicurezza e una dimensione internazionale. Il ricambio generazione assicura ciclicità di risultati e trasmette entusiasmo e verve a una nazionale che ci sta stupendo giorno dopo giorno”. 

Barelli: “Grande soddisfazione”

Soddisfazione e apprezzamento arrivano anche dal Presidente della Federazione Italiana Nuoto (Fin), Paolo Barelli: “Posso dire con certezza che questo campionato europeo in alcune gare ha una valenza mondiale. I nostri ragazzi sono stati bravissimi e generosissimi; ne ho apprezzato, oltre alle inequivocabili doti tecniche, l'impegno e la professionalità con cui si sono avvicnati all'evento e lo hanno interpretato. Un gruppo forte e coeso. Complimenti a tutti“. E aggiunge: “E' una squadra piena di talenti. C'è Scozzoli che torna grande e perde di una spanna dal fuoriclasse della rana Adam Peaty e fa un tempo che si avvicina a performance stratosferiche; c'è Dotto che si esprime ai massimi livelli nei 100 stile libero, conquista il podio anche sui 50, si dimostra una grande realtà della velocità azzurra e mondiale e ci darà ancora tante soddisfazioni; c'è il ritorno in grande stile di Orsi, dopo una stagione un po' appannata. Con loro ci sono tutti gli altri e i tanti giovani che stanno crescendo e imparando“. Infine, anche il Presidente della Fin guarda alle prossime gare: “Grande soddifazione, certo, ma anche prudenza, perché in vista delle Olimpiadi di Tokyo siamo consapevoli che c'è ancora molto da lavorare. Complimenti a tutti: atleti, tecnici e staff medico-santario”.

Antonio Di Mola: