Prosegue il trend negativo della Russia per l’accesso ai Giochi di Rio 2016 che, dopo l’atletica, non potrà schierare nessun atleta neanche nel sollevamento pesi. Ad annunciarlo, la Federazione Internazionale dei Pesi (Iwf): “L’integrità del sollevamento dei pesi è stata gravemente danneggiata più volte – si legge in un comunicato -. Di conseguenza, è stata applicata una sanzione adeguata al fine di preservare lo stato di questo sport”. I risultati dei test antidoping sui pesisti russi sono “estremamente scioccanti e deludenti” ha aggiunto la Federazione internazionale. La IWF ha inoltre sottolineato come il nome di alcuni atleti russi fosse presente nel rapporto commissionato dalla Wada, l’Agenzia Mondiale Antidoping, che ha attestato il doping di stato in Russia. L’esclusione ha effetto da oggi e gli otto posti olimpici a loro spettanti sono stati offerti ad atleti di altri paesi.
Lo scorso giugno il Comitato olimpico internazionale (Cio) aveva confermato la decisione della Federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf) di escludere la squadra di atletica leggera russa dai giochi di Rio 2016. Al termine del summit svoltosi a Losanna, il Cio aveva comunque voluto sottolineare “gli enormi sforzi e la professionalità del Comitato Olimpico russo”, che ha portato a “progressi significativi nella soddisfazione dei criteri di verifica”. Il 21 luglio il Tas, il Tribunale arbitrale dello sport, aveva respinto l’appello presentato dai 68 atleti russi rendendo così inappellabile la decisione presa dalla Iaaf.
In quella occasione, il Cio aveva inoltre invitato tutti i comitati olimpici e le federazioni internazionali a compiere “ogni sforzo possibile” per non far partecipare ai Giochi di Rio atleti dopati sospendendo quelli che avevano violato le regole dell’antidoping. Alla luce delle nuove analisi sui campioni di Pechino 2008 e Londra 2012, il Comitato aveva chiesto di denunciare “non solo gli atleti dopati, ma anche i loro allenatori, i funzionari, i medici e altre persone coinvolte”.