Doveva essere una partita speciale, quella che avrebbe dovuto spalancare le porte della Champions League. E invece è stata una disfatta. La Roma di Spalletti, dopo l’1-1 dell’andata, giocata in terra lusitana, fallisce l’obiettivo Europa nella gara di ritorno del playoff contro il Porto, che accede alla fase a gironi dopo il 3-0 inflitto all’Olimpico ai giallorossi, che ora dovranno giocarsi l’Europa League. Una serata da cancellare per la squadra di Luciano Spalletti, irriconoscibile fin dalle prime fasi, poi protagonista per alcune azioni al quanto discutibili, come le espulsioni di De Rossi al 40′ del primo tempo e di Emerson Palmieri a inizio ripresa, che compromettono ogni possibilità di rimonta. I capitolini si sono dimostrati fiacchi, inferiori agli avversari sul piano fisico e mentale. Una grande delusione per gli oltre quarantamila tifosi presenti, tra cui due tifosi doc come la medaglia d’argento del beach volley olimpico, Daniele Lupo, e il presidente del Coni, Giovanni Malagò.
I ragazzi di Spalletti, senza lo squalificato Vermaelen e gli indisponibili Florenzi e Torosidis, dopo una conclusione dalla distanza di Nainggolan, sventata in corner da Casillas, già dopo 8′ si trovano in svantaggio: sulla punizione a seguire i giallorossi si perdono la marcatura e Felipe può anticipare Juan Jesus e infilare la sfera, di testa, alle spalle di Szczesny. La Roma prova a reagire e al quarto d’ora Perotti crossa da sinistra, ma il colpo di testa di Nainggolan vola troppo alto. Al 37′ si fa vedere Dzeko che tocca all’indietro per Salah, ma Casillas la blocca la palla senza difficoltà. Un paio di minuti ed ecco la seconda doccia fredda: De Rossi entra col piede a martello sulla caviglia di Maxi Pereira e l’arbitro estrae senza esitazioni il cartellino rosso. Prima dell’intervallo, nei sei minuti di recupero, Herrera sfiora il palo.
A inizio ripresa, al 6′, la disfatta: un’altra brutta entrata di Emerson (inserito da Spalletti per ridisegnare la difesa dopo l’espulsione di De Rossi) su Corona segna la seconda espulsione diretta decisa da Marciniak. La Roma si intravede poco più tardi su un traversone di Bruno Peres, sul quale Perotti, sotto misura, è anticipato all’ultimo da Layun. Ed è proprio Layun, con la Roma sbilanciata e sfiduciata, a colpire in contropiede, dribblando Szczesny, uscito in modo quanto mai intempestivo dalla porta, e infilando nella porta sguarnita da fuori area. Poco dopo ecco il colpo di grazia: Corona, con un paio di dribbling supera Manolas e gonfia la rete giallorossa. L’ultimo ad arrendersi è Nainggolan, che con un destro secco sfiora un inutile 1-3.
“Abbiamo perso una partita importante ed è un peccato visti i sacrifici fatti per arrivarci”. Ai microfoni di Mediaset Premium il ct Spalletti analizza con lucidità ciò che non ha funzionato. Sembra non ci sia stata la cattiveria agonistica che serviva, ma “era quello che mi premeva per far scorrere la partita sui binari giusti. Loro sono stati bravi ad andare subito in vantaggio. Quando ci stavamo organizzando siamo rimasti in 10 e quello ci ha rovinato. L’anno scorso non avevamo mai dato la possibilità agli arbitri di fare scelte del genere. Si poteva stare più calmi”.
“Gli infortuni non ci hanno permesso di arrivare al massimo della condizione. Era importante la gestione della palla e per quello ho scelto De Rossi come centrale che ci sta bene in quella posizione – prosegue l’allenatore -. Però siamo stati lenti e abbiamo perso palloni per delle leggerezze. Loro sono stati più tranquilli nel fare le loro giocate, ci siamo innervositi e poi abbiamo preso il gol, l’espulsione e non si può in 2 partite di preliminare stare 2 volte in 10″.
“Non cambierei niente, a parte questa sera. Siamo entrati in partita male, abbiamo sbagliato troppo nel gestire la partita. Dopo aver preso gol comunque la partita era li, e anche in 9 abbiamo rischiato di pareggiare per cui non cambierei nulla. Poi tornare sugli errori non m’è mai servivo a niente. Ora ci aspetta un periodo durissimo, dovremo tapparci le orecchie perché quello che ci aspetta ci farà male. Bisognerà lavorare in maniera incredibile a livello di comportamenti, atteggiamenti. Ci possiamo mettere pure le 17 partite dell’anno scorso in cui non era mai capitato. Il via l’ha dato Vermaelen che è un giocatore d’esperienza che veniva da una società dove giocano a pallone. Noi abbiamo anche dei regolamenti in cui non tolleriamo chi lascia la squadra in 10 – conclude -, quindi ci atteggiamo in maniera diversa. In questa settimana si è visto un epilogo diverso, ma noi non avevamo avuto avvisaglie per poterla prevenire questa situazione”.