Restava soltanto da capire chi, fra Perù e Nuova Zelanda, fosse l'ultima nazionale qualificata alla Coppa del Mondo in Russia del prossimo anno. Ebbene, dopo lo 0-0 di Wellington, la blanquirroja riesce per due volte a scardinare la porta dei Kiwi andandosi a riprendere il Mondiale dopo 35 anni (ultima apparizione a Spagna '82) aggiudicandosi il match di ritorno per 2-0 e mandando letteralmente in visibilio il Paese. L'incontro di Lima è stato deciso dalle reti di Jefferson Farfan e Christian Ramos, bravi a superare il fin lì fenomenale portiere neozelandese, Marinovic, assoluto protagonista della gara di andata e autore di una grande prestazione anche in quella di ritorno. Nonostante l'assenza del bomber Guerrero, squalificato per doping, il ct argentino Gareca ha saputo costruire un gruppo solido, in grado di disputare un ottimo girone eliminatorio nella Conmebol e di aver ragoine dei pur volenterosi All Whites campioni d'Oceania. Straordinario il pubblico che ha sostenuto la blanquirroja dal primo al novantesimo minuto, protagonista assoluto dell'impresa compiuta dalla nazionale con un tifo sfrenato capace di impressionare anche la formazione avversaria, sommersa dall'entusiasmo degli andini e con una sola vera occasione da rete a referto, costruita e mancata dal centravanti Wood.
Ferite aperte
Con la qualificazione del Perù, seguita a quella dell'Australia, si chiudono gli spareggi interzona e si definisce in modo definitivo il quadro delle nazionali che andranno a giocarsi il Mondiale. Kermesse che, come già ampiamente detto, non annovererà nella schiera delle pretendenti al titolo l'Italia dell'ex ct Ventura, esonerato nella serata di ieri. Una nazionale, quella nostrana, in attesa di conoscere il proprio futuro e, nondimeno, di avviare un nuovo corso, che si pensava potesse iniziare con un cambio di vertice in Federazione: avvicendamento che, a quanto pare, non arriverà. Va detto che l'Italia è in buona compagnia nella sala degli spettatori, dove trovano posto i Paesi Bassi, gli Stati Uniti e il Cile bi-campione del Sud America. Un salotto degli esclusi di riguardo.
Ritorni e debuttanti
Ma, detto delle out, è bene anche concentrarsi su chi al Mondiale parteciperà: la soddisfazione è enorme in casa Perù, nazionale fra le più forti del Sud America negli anni 80 e protagonista di un progressivo declino, cancellato dalle lacrime per l'ottenuta qualificazione di stanotte. Lo stesso entusiasmo esploso in Islanda e a Panama, unici due Paesi debuttanti e protagonisti di splendide eliminatorie. Gli isolani, già autori di un ottimo Europeo nel 2016, si candidano di prepotenza come possibile squadra rivelazione: di sicuro sarà interessante vedere se gli islandesi saranno in grado di replicare in ambito internazionale quanto mostrato in quello continentale. C'è curiosità anche per il ritorno del Senegal: i Leoni della Teranga, autori di un'incredibile ascesa a Corea e Giappone 2002, vengono da 15 anni di sostanziale anonimato. A loro il compito di bissare l'impresa asiatica e portare il calcio africano perlomeno vicino ai vertici mondiali.