Niente di particolare alla base di una decisione che mette il punto alla carriera di uno dei migliori calciatori italiani del Nuovo Millennio. De Rossi il calcio lo lascia per tornare dalla sua famiglia, chiudendo la breve esperienza al Boca Juniors per riattraversare in fretta l'Atlantico e tornare a casa, con un paio di scarpini da appendere al chiodo e tanta voglia di rimettersi in gioco in quelle vesti che, fin da ragazzo, in tanti gli hanno predestinato. Quelle dell'allenatore, chiaro. Da quasi eterno Capitan Futuro a una breve epopea da Capitan Presente, fino a chiudere agli Xeneizes dell'amico Burdisso con il coro “Tano” nelle orecchie (e anche con qualche infortunio di troppo), dall'Olimpico alla Bombonera, dalla squadra della vita, la Roma, all'unica altra che ha saputo entrargli dentro: in mezzo, una carriera da grandissimo, tre trofei in giallorosso e una Coppa del Mondo, 117 presenze in azzurro (con ben 21 gol) e oltre 600 con la maglia della Roma, il migliore dopo Francesco Totti, amico e capitano di una vita a Trigoria.
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Verso la panchina
Tutto bello, tutto importante, con l'etichetta, per quasi tutta la carriera, di essere ritenuto uno dei migliori centrocampisti al mondo. Alla Roma per ora non tornerà Daniele De Rossi, atteso da un periodo di studio per diventare allenatore. Forse la deriva naturale di una carriera che l'ha visto leader in tutto e per tutto, anche nei momenti meno brillanti e in quelli più passionali, uno che metteva cuore e grinta, magari prendendosi qualche rischio di troppo ma che, sicuramente, la dedizione e l'amore per la maglia del cuore non li ha fatti mancare mai, dagli esordi alle ultime sfide: “Avrei voluto giocare altri dieci anni – ha detto in conferenza stampa – ma la mia è una decisione definitiva”. Basta col pallone, quindi, ma solo nel senso fisico del termine, perché i campi lo aspettano ancora. Tempo di formarsi come tecnico e riavvicinarsi di nuovo all'erba del prato, stavolta da una prospettiva diversa. Significativo, forse, che l'ex capitano giallorosso lasci il calcio all'indomani della sconfitta della sua Roma contro il Torino, squadra alla quale segnò il primo gol in Serie A nell'ormai lontanissimo 2003. Una rete stupenda che gli valse il plauso entusiasta del presidente Sensi in tribuna. Praticamente l'inizio di una storia comune che sarebbe durata altri 16 anni, tra gioie, passione e qualche dolore.
Campione del mondo
Con il ritiro di De Rossi va quasi a esaurirsi la rosa che fu campione del mondo nel 2006. Resta il solo quarantenne Buffon a calcare i campi da gioco, ultimo rappresentante dell'ultimo trionfo azzurro in un Mondiale (e non solo). Quel mondiale De Rossi lo assaggiò appena, ma quel rigore segnato nella lotteria finale contro i francesi ha redento ogni errore, proiettandolo nell'olimpo dei più grandi.