Undici città, dodici impianti sportivi, sessantaquattro partite, trentadue nazionali. Manca davvero poco all'inizio dei Mondiali di Calcio che si giocheranno in Russia dal 14 giugno 2018; una competizione che si appresta a entrare nella storia. Tutta la Russia, geograficamente parlando, sarà coinvolta nella kermesse: si giocherà, infatti, da Ekaterinenburg, la città più a est, fino a Sochi, quella più a sud, già teatro dei Giochi Olimpici Invernali nel 2014. Ma il cuore di tutto l'evento sarà la Capitale: Mosca. Due gli impianti sportivi allestiti all'ombra del Cremlino. Lo stadio principale è quello di Luzhniki, che ospiterà la partita finale. Nella Otkrytie Arena, la casa dello Spartak, ospiterà invece la partita inaugurale. Da San Pietroburgo, a Volgograd, fino a Rostov sul Don, ogni stadio ha una capienza minima di 35 mila posti.
Strategie
Alcuni di questi impianti, come già successo nella precedente edizione brasiliana (e anche in altre occasioni per la verità), sono stati usati l'estate scorsa durante la Confederations Cup che ha visto trionfare la Germania campione in carica. Ma non solo stadi: diversi cantieri hanno riguardato anche la mobilità e le infrastrutture turistiche (dal rifacimento delle strade fino all'ampliamento delle piste di alcuni aeroporti) per una spesa totale di dieci miliardi di euro. Una cifra vista a rialzo per ben due volte nel 2017, con un decreto firmato dal primo ministro Dmitri Medvedev. Spese che, considerando il cambio euro-rublo e dollaro-rublo, non è detto che rientreranno del tutto. A oggi sono previsti oltre un milione di tifosi provenienti da ogni parte del mondo. I biglietti vanno dai 1.280 rubli (circa 20 euro), fino ai 66.000 rubli (1.000 euro) per la partita finale. Ma per accedere agli stadi, è necessario possedere la Fan Id, ovvero il passaporto del tifoso.
Sicurezza e Var
I livelli di sicurezza saranno altissimi per far fronte a una duplice minaccia: quella del terrorismo e quella degli hooligans. Nei mesi scorsi, Putin ha promulgato leggi che inaspriscono multe e pene per gli atti di teppismo all'interno e all'esterno degli stadi. Non solo: nei giorni delle partite è prevista una massiccia presenza di esercito e polizia che sorveglieranno gli impianti sportivi. Quelli del 2018 saranno ricordati essenzialmente per due motivi: saranno i penultimi ad avere 32 nazionali in gioco e per l'introduzione della Var. In Russia, dunque, andrà in scena il format adottato dalla Fifa a partire dai giochi di Francia '98 così strutturato: una prima fase a gironi con 8 gruppi formati da 4 squadre; una seconda fase a eliminazione diretta con ottavi di finale ai quali accedono le prime due classificate di ogni girone, quarti, semifinali e finali.
Gruppo A: Russia, Arabia Saudita, Uruguay, Egitto;
Gruppo B: Portogallo, Spagna, Iran, Marocco;
Gruppo C: Francia, Perù, Danimarca, Australia;
Gruppo D: Argentina, Croazia, Islanda, Nigeria;
Gruppo E: Brasile, Svizzera, Costa Rica, Serbia;
Gruppo F: Germania, Messico, Svezia, Corea del Sud;
Gruppo G: Belgio, Inghilterra, Tunisia, Panama;
Gruppo H: Polonia, Colombia, Senegal, Giappone.
Verso il Var
Tanta l'attesa per il debutto della Var (Video Assistant Referee), un’innovazione assoluta usata con discreti riscontri anche in Serie A, che consentirà agli arbitri di convalidare o modificare la propria decisione dopo aver visionato i replay di un’azione di gioco dubbia o contestata. Una novità fortemente voluta dal Presidente della Fifa, Gianni Infantino, e dal designatore arbitrale Pierluigi Collina, con l'obiettivo di limitare i tanti errori del passato. Ma non solo i direttori di gara: anche i tifosi presenti sugli spalti potranno “giudicare” le giocate dei calciatori poiché le immagini saranno trasmesse sui maxischermi subito dopo la decisione presa dall’arbitro. Altro aspetto interessante di questo mondiale sono le new entry e i grandi esclusi. Gli Azzurri rientrano in questo secondo caso. L'Italia non mancava a un Mondiale dal 1958. A farle compagnia sul divano di casa anche gli Stati Uniti (dopo sette partecipazioni consecutive), il Cile, vincitore delle ultime due edizioni della Coppa America e il Camerun, campione d'Africa. Niente Mondiali anche per Paesi Bassi, Grecia, Galles (semifinalista a Euro 2016), Ghana e Costa d’Avorio. Al loro posto, dopo una lunga assenza, riecco il Perù e l’Egitto, che non prendevano parte alla kermesse, rispettivamente, da 36 e 28 anni. Due le nazionali esordienti: Panama e Islanda.