Silvio Berlusconi ruggisce dopo l’ennesima sconfitta del Milan. Il proprietario, stanco di una crisi che si trascina da troppi anni, ha deciso di intervenire duramente nei confronti di squadra e tecnico. “Sono più sconcertato che arrabbiato – avrebbe detto il presidente rossonero – capisco che non sono più i tempi in cui si vinceva a Barcellona, ma è inaccettabile perdere contro squadre con calciatori che guadagnano cinque volte meno dei nostri”. Sotto accusa sono finiti soprattutto i giocatori, mentre Filippo Inzaghi, voluto fortemente alla guida della squadra dall’uomo di Arcore, per il momento si salva.
Sembrano lontani anni luce i tempi in cui il Milan dominava la scena in Italia e in Europa. Oggi restano solo macerie ma, al di là delle parole di Berlusconi, le colpe vanno equamente divise. La società non è più in grado di investire e non può costruire una squadra in grado di lottare su più fronti. Senza un cambio di passo gli antichi fasti rischiano di rimanere tali. Anche perché i rossoneri continuano a perdere punti con squadre di lignaggio inferiore: prima il Sassuolo e ieri l’Atalanta. Per di più a San Siro, stadio un tempo tabù per gli avversari e oggi diventato terra di conquista.