Il ciclismo è troppo spesso associato alla parole doping, positività, Epo ed è un peccato per questo magnifico sport. L’ultimo caso riguarda il corridore Santambrogio in forza all’ Amore e Vita. Il comasco infatti è risultato positivo dopo un controllo antidoping effettuato fuori competizione dall’Uci il 22 ottobre scorso.
Il testosterone sarebbe la sostanza incriminata anche se l’atleta si è difeso: “Mi stavo curando. Non mi sono dopato e lo avevo detto anche a chi era venuto a fare il controllo”. Santambrogio fino al 2 novembre aveva scontato un’ altra squalifica, dopo una positività clamorosa all’Epo durante il Giro d’Italia 2013 che l’aveva portato in un tunnel di depressione tanto che pensò anche al suicidio. Poi tutto sembrava andare di nuovo bene per Santambrogio che, collaborando con l’Uci ottenne uno sconto della pena. Poi di nuovo il buio.
L’atleta giustifica così l’ultima sua vicenda: “Pensavo al futuro, con la mia ragazza volevamo un figlio e allora sono andato dall’urologo e mi ha prescritto una cura di tre mesi con dei prodotti che contenevano testosterone. La cura è finita a inizio ottobre, il contatto con Ivano Fanini per la squadra è avvenuto il 28, dopo il controllo a sorpresa. Certo, non voglio contestarle, conosco bene i medicinali che avevo preso fino a pochi giorni prima. Ma avevo già fatto vedere il certificato medico agli ispettori che erano venuti per il test. Questo voglio che sia chiaro. Adesso non so che cosa succederà, però non è in discussione che in questo caso non avessi neppure l’intenzione di doparmi. E – conclude – a che cosa mi sarebbe servito poi?”.