E’ festa grande al “Calderon”, dove l’Atletico si aggiudica l’andata della semifinale di Champions contro il Bayern. A decidere il risultato, dopo 90′ di pressing spagnolo, è un tiro di Saul nelle battute iniziali. Il “Cholo” si aggiudica così la prima sfida contro Guardiola. Pressing asfissiante, intensità e ritmi vertiginosi sin dalle prime battute. Tutta un’altra storia rispetto alla sfida tra City e Real. Gli spagnoli si impongono sin dalle prime battute. Contrariamente alle aspettative, il Bayern si ritrova costretto a chiudersi in difesa, soffocato. I ragazzi del Cholo, all’undicesimo minuto, grazie a uno meraviglioso spunto di Saul, mettono a segno il gol della vittoria: percussione centrale, slalom ubriacante fra tre avversari e, una volta in area, preciso sinistro a giro sul palo più lontano per il vantaggio che fa esplodere lo stadio.
Nel secondo tempo, probabilmente a causa di una probabile strigliata di Guardiola durante l’intervallo, il Bayern, che nella prima frazione di gioco sembrava molto intorpidito, si sveglia e sfiora il pareggio al 54′ con un bolide di Alaba, che però centra la traversa, e al 57′ con un tiro di testa di Javi Martinez, parato da Oblak. La spinta del Bayern diventa un vero e proprio assedio solo a partire dal 60′. L’Atletico si chiude a riccio in difesa. Dopo un tiro-cross di Lewandowski, che attraversa l’intero specchio della porta, Guardiola aumenta la potenza inserendo Ribery per Coman e Müller al posto di Thiago Alcantara.
Negli ultimi minuti, gli spagnoli soffrono la stanchezza, e si affidano ai riflessi di Oblak, decisivo al 73′ su un calcio, dalla distanza, di Vidal. L’Atletico trova anche lo spunto per un raddoppio con Torres, che al 75′ centra il palo, al termine di un contropiede. “Mi aspettavo una partita del genere, bellissima, con due squadre con caratteristiche completamente diverse – spiega il Cholo -. Nel primo tempo abbiamo fatto la partita che volevamo, e anche molto bene, mettendo molta pressione al Bayern; nel secondo tempo è andata esattamente al contrario, loro hanno fatto meglio e hanno avuto diverse opportunità per pareggiare”.
Un 1-0 che fa ben sperare, ma da mettere subito da parte per ributtarsi con la mente alla Liga, un altro discorso apertissimo in questa calsa stagione rojiblanca: “La mente già all’Allianz? Dobbiamo pensare al Rayo Vallecano, sabato, poi arriverà una bellissima gara dove loro faranno il gioco di sempre, in un bellissimo stadio, con molto spazio per noi. Vediamo chi riesce a leggere meglio la partita e chi approfitta meglio della palla o degli spazi”.
“Sono orgoglioso di essere qui e sono dove voglio stare, ma sono un allenatore giovane e prima o poi andrò a Milano. In Italia sono stato 7-8 anni, qualcosa mi è rimasto di tutti gli allenatori che ho avuto, e mi ha fatto pensare a questo tipo di gioco che faccio. Non è un’idea solo italiana, ma generale: sono argentino ma ho giocato anche in Spagna, sono riuscito a prendere le cose migliori da ogni posto in cui sono stato – conclude il tecnico -. All’Atletico siamo più adatti a questa forma di gioco e va bene così per il momento”.