Ne aveva parlato giusto qualche giorno fa Antonio Conte, durante un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica. E oggi la vicenda sul calcioscommesse che vede coinvolto, fra gli altri, proprio l’attuale ct della nazionale ha conquistato prepotentemente gli onori della cronaca giudiziaria. La buona notizia per l’ex allenatore della Juventus (al Siena ai tempi dello spinoso caso) è che è caduta l’imputazione più grave per la quale era stato iscritto inizialmente ne registro degli indagati: associazione a delinquere. La Procura di Cremona, dunque, procederà nei suoi confronti solo per frode sportiva, per la quale gli è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari. Diversa sorte, invece, per Cristiano Doni, Beppe Signori e Stefano Mauri, per i quali l’ipotesi resta l’ipotesi di reato associativo.
Sono, in ogni, caso giorni caldi per Conte che oggi avrà un faccia a faccia con il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, dopo i malumori espressi dal commissario tecnico sulla revoca dello stage azzurro dopo le lamentele dei club e per le scelte di calendario della Lega Calcio in vista della prossima stagione vale a dire l’ok ad anticipare al 15 maggio la chiusura del campionato 2016 ma senza definire ancora una data per la finale di Coppa Italia. Nonostante le smentite di questi giorni, l’ultima proprio su Repubblica, la possibilità di clamorose dimissioni del ct a meno di un anno dall’incarico c’è tutta.