Ancora non si placano le accuse di corruzione per i prossimo Mondiali di calcio del 2022. Ora anche l’Australia, finisce nel mirino della giustizia e secondo il comitato etico della Fifa, coordinato dall’avvocato americano Michael Garcia, il Paese avrebbe speso decine di migliaia di dollari di denaro pubblico per pagare “mazzette” nel tentativo fallito di ospitare la Coppa del Mondo che a sua volta è stata assegnata in maniera controversa al Qatar.
L’indagine prese il via dopo diverse accuse di corruzione mosse dopo le votazioni condotte nel 2010 per gli eventi del 2018 e 2011. Il Qatar, sollevato dalle accuse di “gravi irregolarità” aveva battuto la concorrenza, oltre che dell’Australia, anche di Giappone, Corea del Sud e Usa. Secondo la Fifa il governo di Camberra “avrebbe violato le regole etiche e di partecipazione e tentato di deviare aiuti accantonati per esistenti progetti di sviluppo in Africa verso iniziative in paesi con legami al comitato esecutivo della Fifa con l’intenzione di promuovere l’offerta australiana”. Un autentico buco nell’acqua se si pensa che gli australiani hanno investito circa 32 milioni di dollari per l’offerta di partecipazione ottenendo un solo voto.