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Buffon saluta i suoi tifosi: tripudio allo Stadium

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Ore 16.21: a Gianluigi Buffon è concessa la passerella che merita, richiamato in panchina dal tecnico Allegri quando la Juventus viaggia su un tranquillo 2-0 contro il già retrocesso Verona. Al portierone azzurro, alla sua ultima partita in maglia bianconera, viene concesso l'onore di ricevere l'ovazione dello Stadium, terreno di gioco che lo ha visto protagonista negli ultimi 7 anni, tutti marchiati dalla vittoria dello scudetto. Ma, in realtà, Gigi la storia l'aveva già scritta prima, quando la Juventus giocava al Delle Alpi (poi all'Olimpico, in attesa che il futuro Juventus Stadium fosse ultimato) e quando i fasti della Nazionale italiana erano ancora in piena enfasi. Perché Buffon ha anche vinto un Mondiale, da assoluto protagonista, spedendo l'Italia in finale a forza di parate super, dicendo di no a gente come Podolski e Zidane, solo per ricordare le più clamorose. Troppe quelle in maglia a strisce per ritirarle fuori tutte.

Dal 2001 a oggi

Per la cronaca, il match è finito 2-1 per gli juventini (gol di Rugani e Pjanic, distanze accorciate da Cerci) e, per inciso, la Signora ha concluso il campionato con 95 punti. Non è record ma è comunque un risultato straordinario che vale il settimo scudetto di fila. Ma la giornata di oggi non era che una festa: per la squadra, certo, ma soprattutto per il numero uno dei numeri uno (e anche per Lichtsteiner, anch'egli ai saluti in bianconero), giunto all'ultimo atto con una maglia che, dal 2001 a oggi, non ha mai tolto di dosso, nemmeno quando lo scandalo di Calciopoli trascinò la Juventus in Serie B. Lui e gli altri senatori rimasero a Torino, pronti a riportare in A la squadra e a ricostruire quell'ossatura vincente che avrebbe portato, 4 anni dopo, ad aprire il migliore dei cicli vincenti della storia bianconera.

La gloria e il rimpianto

Buffon saluta i suoi tifosi lasciando in dote 656 partite, 9 scudetti, 4 Coppe Italia, 5 Supercoppe italiane e un campionato di Serie B (da quella stagione premiato con la Coppa Ali della Vittoria). Con un'unica amarezza: non essere riuscito a sollevare un trofeo europeo con la maglia della Juventus. L'unico regalo che ai suoi tifosi non è riuscito a fare, pur andandoci vicino per ben tre volte (nel 2003, nel 2015 e nel 2017). Rimane tutto il resto però: impegno, dedizione e attaccamento. E doti tecniche, certo. Forse le migliori mai viste a un calciatore del suo ruolo, tanto da consegnargli quasi un Pallone d'oro (secondo nel 2006, dietro al connazionale Cannavaro). Sul suo futuro non si sa ancora nulla di preciso. Oggi c'è solo la festa, quella che i suoi tifosi gli hanno preparato e che è giusto possa godersi fino in fondo.

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