Dalla bacheca olimpica di Usain Bolt cade una medaglia: il Comitato olimpico internazionale, infatti, tira una riga rossa su uno dei successi del “fulmine umano”, revocando l’oro nella staffetta 4×100 ai Giochi di Pechino del 2008 a causa della positività al doping del connazionale e compagno di squadra Nesta Carter. Un tonfo pesante, pur per colpe evidentemente non riguardanti il pluricampione giamaicano, che cancella in un attimo lo storico record della “tripla tripletta” olimpica. La notizia è stata diffusa dalla Bbc. Secondo quanto riferito, Carter è risultato positivo alla methylhexaneamina: si tratta di uno degli oltre 400 nuovi casi di doping emersi dopo la recente indagine del Coi. Il velocista, ha vinto l’oro nella staffetta con la sua Giamaica anche a Londra 2012, mentre la prima medaglia a livello individuale l’ha ottenuta ai Mondiali outdoor di Mosca, nel 2013.
Addio al record e nuovo podio
Sfuma così un risultato leggendario per Bolt, capace di mettere in fila ben 9 successi consecutivi alle Olimpiadi, tra Pechino 2008 e Rio de Janeiro 2016: 8 anni di predominio indiscusso, svaniti letteralmente in un “lampo”, perdendo uno dei pezzi che componevano lo storico, trionfale puzzle. Appurata la squalifica del team caraibico (composto, oltre che da Carter e Bolt, anche da Asafa Powell, Yohann Blake e Michael Frater) la medaglia d’oro resta comunque nel mare americano, passando alla squadra di Trinidad e Tobago; a completare il podio, il Giappone e il Brasile. Ora “lighting Bolt”, secondo procedura, dovrà affrontare la difficile prova della restituzione della medaglia al Comitato. In questo modo, anche il dominio della Giamaica nella specialità perde bruscamente uno dei suoi successi.
Proprio nella capitale cinese, il numero uno delle piste aveva collezionato i suoi primi ori olimpici. Memorabile, in tal senso, l’arrivo euforico dei 100 metri quando, lanciato in una progressione incredibile, tagliò il traguardo quasi saltellando.
Assieme a quella di Nesta Carter, è arrivata la sentenza anche per la triplista russa Tatjana Lebdeva, medaglia d’argento a Pechino nel salto in alto: nel suo test è infatti risultata la presenza di un anabolizzante, il Turinabol. La sua medaglia passa quindi alla kazaka Olga Rypakova.