E'l'inizio di una partita” twitta la capitana della nazionale di calcio Sara Gama dopo l'approvazione dell'emendamento che, di fatto, sancisce l'apertura dello sport femminile al professionismo. Ma il “volto” della Nazionale e della Juventus campione d'Italia avverte: “Troviamo insieme la via migliore per un obiettivo che oggi ĆØ piĆ¹ vicino”. PerchĆ© se ĆØ vero che le atlete italiane potranno diventare professioniste, d'altro canto alcuni punti da affrontare ci sono,Ā in primisĀ dal punto di vista normativo. “C'ĆØ ancora laĀ legge 91Ā del 1981 che ĆØ assolutamente superata” dichiara aĀ Interris.itĀ Evelina Christillin, consigliera della Fifa e presidente del Museo Egizio,Ā che aggiunge:Ā “Sicuramente ĆØ importante che il tema abbia suscitato interesse perchĆ© tanti non conoscevano quest'aspetto”. Presidente del Comitato Promotore delle Olimpiadi diĀ Torino 2006, Christillin ĆØ una pioniera delle donne nel settore: “Ho fatto dieci anni di Olimpiadi prima come presidente, poi come vicepresidente vicarioĀ in un mondo non maschilista, ma decisamente maschile” confessa. Da quando, vent'anni fa, ĆØ stata proposta alla presidenza Comitato di candidatura delle Olimpiadi Torino, di strada lo sport ne ha fatta, anche se “ancora oggi alla testa delle Federazioni Nazionali donne non ce ne sono” rimarca. La sua ĆØ una visione a 360Ā° su una realtĆ che – sottolinea – ĆØ spesso mistificata: “Io non ho mai avuto problemi – confessa – Se sei competenteĀ e dimostri di conoscere la materia, che tu sia donna o uomo non cambia”.Ā
Dott.ssa Christillin, da ieri lo sport femminile puĆ² aprirsi al professionismo. Secondo lei ĆØ un punto di arrivo o di partenza?
“Ć un punto di arrivoĀ per noi tutte, atlete e dirigenti, che abbiamoĀ portato avanti quest'istanza da tempo. Ma si tratta di un punto di partenza perchĆ© ora, come ha spiegato Sara Gama, i fondi ci sono. Certo, 11 milioni non sono una cifra sbalorditiva, ma si tratta comunque di un tesoretto. Pensi che il 10 dicembre scorso, quando abbiamo avuto l'ultimo Consiglio della Federcalcio, la vicenda non era neanche all'ordine del giorno, perchĆ© l'emendamento ĆØ stato approvato il giorno dopo. Ora sta ai consigli delle varie federazioniĀ mettere in atto dei progetti esecutivi, perchĆ© se le singole federazioni scelgono di non aderire, c'ĆØ il rischio che non si vada da nessuna parte”.
Cosa significa avere paritĆ di diritti nello sport?
“Proprio il 2 dicembre scorso ho partecipato a un Convegno promosso dall'Associazione Italiana degli Avvocati Giuslavoristi, dove ĆØ stataĀ sottolineata l'importanza della paritĆ dei diritti da un punto di vista giuslavoristico, appunto. Non chiediamo pari stipendi rispetto ai calciatori maschi, ma una busta paga con assicurazione, previdenza, pensione eĀ contributi: direi che ĆØ un tema non piĆ¹ rinviabile”
Lei ĆØ stata Presidente del Comitato Promotore di Torino 2006 e oggi e Membro aggiuntivo della UEFA e nel Consiglio della Fifa. Che cosa significa lavorare a certi livelli con gli uomini?
“Ho fatto dieci anni di Olimpiadi come Presidente del Comitato Promotore, poi come vicepresidente vicario, quindi a un livelloĀ molto operativo. Non parlerei di mondo maschilista, ma prevalentemente maschile: pensi che ancora oggi alla testa delle Federazioni Nazionali donne non ce ne sono.Ā Tre anni fa sono entrata come prima donna europea nel Consiglio della FifaĀ e siedo anche nel Consiglio della UEFA. Ć vero che siamo ancora poche, perĆ² credo che, nel momento in cui entri in certi settori, il rispetto e la continuitĆ di un incarico bisogna guadagnarseli sul campo. Posso dire di non avere mai avuto problemi, nel senso che se dimostri di conoscere la materia, ti mostri competente e mai arrogante, il fatto che tu sia donna o uomo non ĆØ un problema. In UEFA e Fifa i problemi sono di management aziendale. Bisogna solo studiare e avere un approccio internazionale, parlando bene la lingua inglese, per esempio”.Ā
Secondo lei, in Italia c'ĆØ comunque un gap culturale?
“Sicuramente in Italia ci sono un po' di resistenze culturali, anche se sempre meno. Ricordiamo delle dichiarazioni infelici relative al calcio femminile di alcuni grandi dirigenti, ĆØĀ indubitabile che in passato ci siano stati pregiudizi sia nei confronti delle atlete che praticano sport tradizionalmente legati al mondo maschile come il calcio, sia riguardo a donne dirigenti. Ma nel mio percorso professionale non ho mai avuto problemi. Ma le cose stanno decisamente cambiando: proprio ieri Marta Cartabia ĆØ stata eletta Presidente della Corte Costituzionale ed ĆØ una bella notizia”.
Sicuramente la via verso le Olimpiadi diĀ Milano-Cortina 2026 ĆØ sicuramente piĆ¹ energica…
“Certamente. Proprio ieri si ĆØ conclusa una due giorni di seminario olimpico a Milano ed ĆØ stato molto interessante ascoltare tutto quello che faranno da qui al 2026. Adesso partirĆ il Comitato Organizzatore e c'ĆØ un cantiere in fermento. Io ho portato la mia esperienza, legata anche a un amore profondo con la mia Torino, le montagne in cui sono cresciuta e tutto l'arco alpino della via Lattea dove mi sono formata come atleta di buon livello della Nazionale italiana. Adesso i miei migliori auguri vanno a Milano. E che vinca sempre lo sport italiano!”.Ā