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Alla partenza della Liegi-Bastogne-Liegi commosso omaggio a Scarponi. Martedì i funerali

Un interminabile applauso e il team Astana col lutto al braccio schierato in prima fila: così la Liegi-Bastogne-Liegi, prima della partenza di stamattina per l’edizione numero 103, ha omaggiato Michele Scarponi, morto ieri mentre si allenava vicino casa, nelle Marche. Emozione e lacrime durante il raccoglimento per salutare l’atleta vincitore del Giro d’Italia 2011, che stava preparando la nuova avventura in rosa quando è stato travolto da un furgone il cui conducente ha dichiarato di non aver visto il corridore per il sole negli occhi.

La camera ardente

Intanto la salma si trova ancora nell’obitorio dell’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona, dove è stata aperta una camera ardente, questa mattina per i soli familiari e nel pomeriggio al pubblico. Domani, ma forse già stasera, la bara verrà trasferita nel Palazzetto dello sport a Filottrano, il Palagalizia, dove il fan club Scarponi ha allestito una camera ardente con una gigantografia del campione, le foto delle vittorie, le maglie del campione, e un ulivo, simbolo “delle nostre terre – spiega Niso Belardinelli, del Fan Club -, una pianta resistente al caldo e al freddo, proprio come un ciclista, che soffre di tutto e non cede”. Dell’organizzazione e delle questioni logistiche si sta occupando anche la protezione civile, dato che si pensa a un vero e proprio assalto da parte di quanti conoscevano e apprezzavano l’Aquila di Filottrano.

Le esequie

I funerali di Scarponi sono stati fissati per martedì, alle 15,30, nel campo sportivo di Filottrano. “Un amico meraviglioso, sempre allegro, solare. Portava gioia a chiunque incontrasse. Michele era amatissimo da tutti, qui a Filottrano. Riusciva ad aggregare la comunità, era seguito dai suoi compaesani, che spesso organizzavano delle giornate dedicate a lui”. Così don Pierluigi Pesaresi, 84 anni, da 61 parroco di Sant’Ignazio di Lojola a Filottrano, ha ricordato Scarponi al Sir. “Ho vivo di Michele un ricordo in particolare – ha proseguito – quando, ancora bambino, veniva al catechismo. Era molto attento, ed ha sviluppato una fede sincera e profonda. Poi il giorno della sua cresima il nonno gli regalò la bicicletta da corsa. Un sogno e un invito a sviluppare quel talento straordinario che aveva. Lui ha saputo farlo con umiltà e disponibilità, quando nella sua squadra era chiamato ad aiutare gli altri, e con coraggio, quando ha dovuto affrontare momenti difficili della sua carriera. Le sue corse iniziavano sempre con una preghiera”. In segno di lutto è stata sospesa anche la festa patronale.

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