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AL VIA EURO 2016, MA SUGLI STADI INCOMBE L’OMBRA DEGLI ATTENTATI

E’ un continente che sta subendo profondi cambiamenti, l’Europa. Aumentano i nazionalismi, alcuni territori chiedono l’indipendenza, l’Inghilterra che vuole abbandonare l’Unione, l’incubo del terrorismo islamico. Un’ombra tetra che si allunga anche nell’espressione sportiva più popolare e aggregante del Vecchio Continente, gli Europei di calcio. Alla vigilia di Euro 2016 si vive con apprensione e batticuore l’avvio della manifestazione che la Francia ospiterà da domani fino al 10 luglio. A Parigi i fantasmi di Charlie Hebdo e del Bataclan aleggiano ancora per le strade. L’incubo della jihad costringerà le forze dell’ordine a una mobilitazione massiccia, probabilmente mai vista prima per un campionato continentale.

Il tutto con il monito, tristemente inquietante, dell’attentato kamikaze allo Stade de France, durante Francia-Germania, avvenuto lo scorso novembre. Sarà un mese “caldo”, non solo per le temperature estive. Le nazionali vivranno sotto scorta quest’evento, il primo della storia a 24 squadre. Con la novità assoluta della goal line technology. Una tecnologia che alcuni ritengono necessaria a seguito delle forti crisi che hanno scosso anche le istituzioni calcistiche, con lo scandalo che ha fatto uscire di scena Blatter e Platini, dirigente che doveva essere l’anfitrione di una manifestazione che aveva vinto, in casa, nel 1984. Non ha fallito la Francia neanche l’occasione successiva, i mondiali del 1998, grazie alla doppietta in finale di Zidane, emblema di quella squadra multietnica che diede del filo da torcere al Brasile.

Oggi Zizou vive un momento di pura gloria grazie alla Champions vinta col Real. Ora toccherà al suo erede, Paul Pogba, l’oneroso ruolo di simbolo di un Europeo da giocare in casa da favoriti. Contenderanno il titolo alla Francia di Deschamps i campioni uscenti della Spagna, i tedeschi, campioni del mondo, e il Belgio, secondo del ranking mondiale. Come possibili outsider ci sono il Portogallo di Ronaldo, la Croazia di Modric, l’Inghilterra di Rooney. L’Italia, forse una delle meno brillanti degli ultimi decenni, si affida più alla difesa bianconera e alle carica di Conte, pronto per il trasferimento a Stanford Bridge, piuttosto che a un attacco ricco di punte pronte a trasformarsi in spietate macchine da gol.

Stando ai sondaggi, pare che siano i Bleus ad avere quel qualcosa in più che potrebbe permettere ai cugini d’oltralpe di sollevare la Coppa. In effetti, Pogba è nel pieno della maturità, e compone un centrocampo in perfetta armonia con Diarra e Matuidi. Alle spalle ecco una difesa solida, mentre in avanti ecco un campione come Griezmann, esaltato da Simeone, affiancato da un vero e proprio cecchino come Giroud e Marzial, il ventenne pagato ben 80 milioni dall’United. Inoltre, la Francia può giocarsi un altra carta: il momento delicato delle altre due favorite.

Infatti, la Spagna, andata k.o. con la Georgia, si affida all’estro di un gruppo di veterani con Casillas, Ramos, Busquets, Iniesta e Fabregas. In avanti, però, dà carta bianca a Morata. La Germania di Neur, Mueller e Kroos, invece, ha tanti validi giocatori ma non una punta. Dopo l’addio di Klose rispunta il veterano Gomez. Tuttavia, la formazione tedesca non ha metabolizzato la perdita di Lahm e pare che abbia perso un po’ di lucidità. Si prospetta una grande chance quindi per il Belgio, grazie a campioni come Hazard, Nainggolan e De Bruyne. Meno compatta appare, tuttavia, la difesa senza Company. Fra le outsider compare anche la Croazia, che ha un centrocampo a dir poco superbo con Modric e Rakitic, assieme a Mandzukic che può aprire varchi per Brozovic e Perisic. Non va sottovalutata l’Inghilterra, forte di un’ottima rosa che prima o poi dovrà pur riuscire in una manifestazione internazionale. Non dimentichiamo il Portogallo, squadra ben oliata che sfrutterà i gol dell’attaccante più prolifico, Ronaldo, di sicuro al culmine della carriera.

L’Italia si presenta al torneo senza Verratti e Marchisio, ma dal canto suo avrà la spinta dello zoccolo duro juventino e un organico di combattenti votati alla maglia. L’unico handicap per gli azzurri è la partenza, lunedì 13 giugno proprio col Belgio. Poi dovrà scontrarsi con la Svezia di Ibrahimovic, che potrebbe superarla in classifica se batterà l’Irlanda. Non sarà un’impresa epica passare il primo turno, ma il team di Conte potrebbe carburare nelle gare ad eliminazione diretta. Forse non raggiungerà le semifinali, ma i quarti potrebbero essere un traguardo accettabile. Al termine di Euro 2016 toccherà a Ventura rivedere la Nazionale.

Tra le altre squadre presenti incuriosiscono l’Albania di De Biasi e l’Islanda. Ci sono poi i ritorni di Austria e Ungheria, mentre potrebbero ritagliarsi un loro momento di gloria la Polonia di Lewandowski, la Slovacchia di Hamsik e la Svizzera di Shaqiri. Meno competitivi del solito appaiono Russia e Ucraina, o almeno sulla carta. Ma si sa, il pallone è rotondo. E tutto è possibile. Comunque andrà sarà un mese dove la ricca sfilata di stelle del calcio catturerà l’attenzione di un pubblico mondiale. Poi via al mercato e brevi vacanze, prima del nuovo avvio di stagione. Perché il calcio non si ferma davanti a nulla, nemmeno davanti alle ombre del terrorismo o ad un continente che qualcuno vorrebbe andasse alla deriva. Dopotutto il pallone può rivelare e ricreare risorse, forse, insostituibili per la costruzione di un mondo unito.

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