Calcio in lutto per la scomparsa di Azeglio Vicini, storico ct dell'Italia, protagonista di una delle pagine più belle e amare della nazionale azzurra: i Mondiali del 1990, giocati in casa e sfumati in semifinale con l'Argentina di Maradona che ci sconfisse ai rigori.
Notti magiche
Quel torneo iridato ci regalò comunque un terzo posto ed emozioni a non finire, ben raccontate dalla canzone “Notti Magiche” di Gianna Nannini e Edoardo Bennato che accompagnò quella “estate italiana“, scandita dalle prodezze di Totò Schillaci, di un giovanissimo Roberto Baggio e di Giuseppe Giannini.
Carriera
Vicini (85 anni) è morto nella sua casa di via Aldo Moro a Brescia. Nato a Cesena il 20 marzo 1933, calcisticamente cresciuto nella squadra della sua città, durante la sua carriera da giocatore ha vestito le maglie del Lane Rossi Vicenza, della Sampdoria e del Brescia. Nel club lombardo ha anche esordito da allenatore nel 1967, prima della lunga trafila in Federazione, cominciata con l'under 23, proseguita con una splendida under 21 (dal il 1976 al 1986) e coronata con la nazionale maggiore, subentrando a un mostro sacro come Enzo Bearzot dopo la deludente esperienza di Messico 86 della squadra che appena 4 anni prima aveva sollevato la Coppa del Mondo in Spagna.
Fine di un'avventura
Vicini rimase il commissario tecnico della Nazionale fino al 1991, anno in cui gli subentrò Arrigo Sacchi, che a sua volta raggiunse la finale a Usa '94 perdendola contro il Brasile, sempre ai rigori. La sua più grande delusione e il maggior rammarico calcistico su ovviamente Italia 90. “Avremmo meritato di vincerlo, siamo stati sfortunati – ricordava sempre – Noi non perdemmo mai sul campo, 6 vittorie e un pari, e arrivammo terzi, l'Argentina fu sconfitta 2 volte e andò in finale con la Germania. Però in quelle notti conquistammo gli italiani, il loro affetto fu travolgente. Infatti quell'Italia-Argentina resta una delle partite più viste in tv di tutti i tempi”. Vicini ha lasciato la moglie e tre figli.