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La vita e la spiritualità di beata Veronica da Binasco

Beata Veronica da Binasco, Conversa agostiniana Binasco (Milano), 1445- Milano, 13/01/1497. Giovanna Negri proviene da una famiglia povera e profondamente religiosa. La poverta non le permette di ricevere alcuna istruzione.

Avvenimenti

A 22 anni diventa monaca agostiniana come conversa nel monastero di Santa Marta di Milano.

Aneddoti

• Non viene accettata, in un primo momento, nel monastero agostiniano di Santa Marta perché non sa leggere. Giovanna cerca di imparare, ma con scarsi risultati. Un giorno le appare la Madonna che le dice che per entrare in monastero ha bisogno di imparare bene solo tre lettere: una bianca che significa la purezza, una nera che rappresenta la penitenza e una rossa che simboleggia la passione di Gesù. Dopo tre anni in cui approfondisce queste tre virtù viene accolta finalmente dalle monache di Santa Marta.

• Tomando dalla questua con un cesto ricolmo di uova ricevute in elemosina, mentre passa su di un ponte Satana la fa precipitare nel torrente sottostante. Il Signore la protegge: non solo non si fa male, ma neppure un uovo si rompe.

• Le appare Gesù grondante di sangue e le dice che sarà particolarmente misericordioso verso tutti coloro che sono devoti alla sua passione.

È devotissima all’Eucaristia. Nel 1493 un angelo la invita a recarsi in chiesa dove riceve la Comunione direttamente da Gesù.

Durante un’estasi riceve l’ispirazione di una missione per il papa Alessandro VI Borgia. Ha con il pontefice un lungo colloquio segreto. Nel congedare l’umile monaca, il papa fa alzare in piedi la sua corte e dice loro di onorare questa donna perché è una vera santa.

Spiritualità

Medita la passione di Cristo con copiosi pianti. La chiamano “la Monaca Santa” perché durante la questua diffonde il Vangelo, dà consigli, ammonisce i peccatori e li richiama alla fede. Doni mistici e soprannaturali Frequenti apparizioni di Gesù della Madonna di Sant’Agostino degli Angeli. Comunica con le anime del Purgatorio.

Morte

La tisi consuma il suo fisico, già indebolito dai digiuni e dalle penitenze. Muore serenamente mentre la campana del convento suona la Compieta. I suoi resti mortali sono venerati nella chiesa parrocchiale di Binasco. È beatificata nel 1517.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi

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