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Il Vangelo ha bisogno di essere testimoniato nella verità

Logo Interris - Odio e indifferenza: le due facce della cristianofobia

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La parola scandalo dal tardo latino scandalum, a sua volta dal greco skàndalon, ossia “inciampo, ostacolo, trappola, insidia”.

Il Vangelo è molto chiaro sull’argomento: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue”(Mc 9,42-48).

Non dare scandalo, ma testimoniare con la vita la gioia del Risorto. Il giudice Rosario Livatino, ammazzato dalla mafia, beato della chiesa, diceva: “Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”.

Un’antica omelia irlandese, scritta verso la fine del VII secolo, offre un riassunto perfetto dei tre tipi di martirio che esistono: “Ci sono tre tipi di martirio, ritenuti una croce per l’uomo: il martirio bianco, verde e rosso. Il martirio bianco consiste nel fatto che l’uomo abbandoni tutto ciò che ama per Dio, anche se gli costa digiuno o fatica. Il martirio verde consiste nel fatto che digiunando e faticando si libera dai suoi desideri malvagi, o fatica duramente nella penitenza e nel pentimento”. Siamo tutti chiamati alla testimonianza, ad un “martirio bianco” fatto di quotidianità, di sacrificio, di lotta, di gratuità e di generosità.

Si parla e sparlano degli scandali che ci sono nella chiesa, ma non si guardano i tanti sacerdoti e religiosi che danno una testimonianza autentica del Vangelo. Il vangelo va sempre incarnato nella storia e nel cammino di ognuno, i suoi frutti sono il cambiamento del cuore e la novità di vita. Dare testimonianza con la propria vita è il più grande annuncio cristiano di nuova evangelizzazione.

Papa Francesco scrive: “I testimoni non si perdono in parole, ma portano frutto. Non si lamentano degli altri e del mondo, ma cominciano da sé stessi. Ci ricordano che Dio non va dimostrato, ma mostrato; non annunciato con proclami, ma testimoniato con l’esempio”.

Concludo con una preghiera di una mistica francese della ferialità:

Mandaci, o Dio, dei folli di Madeleine Delbrel

Mandaci, o Dio, dei folli,

quelli che si impegnano a fondo,

che amano sinceramente, non a parole,

e che veramente sanno sacrificarsi sino alla fine.

Abbiamo bisogno di folli

che accettino di perdersi per servire Cristo.

Amanti di una vita semplice,

alieni da ogni compromesso,

decisi a non tradire,

pronti a una abnegazione totale,

capaci di accettare qualsiasi compito,

liberi e sottomessi al tempo stesso,

spontanei e tenaci,

dolci e forti. 

fra Emiliano Antenucci: